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04/10/2005

LEGUMINARIA, IL VALORE DEL PIATTO POVERO- MANIFESTAZIONE AD APPIGNANO DAL 21 AL 23 OTTOBRE

La ricoperta e valorizzazione delle produzioni tipiche locali, specialmente se accompagnata da percorsi di ricerca sulla qualita`, va seguita con sempre maggiore attenzione perche` rappresenta al meglio il profilo identitario dei luoghi e promuove lintero sistema regionale. Con queste parole lassessore regionale allAgricoltura, Paolo Petrini, nel corso della conferenza stampa tenutasi oggi in Regione, ha sottolineato le finalita` della partecipazione della Regione Marche tra i promotori, insieme al Comune di Appignano e Provincia di Macerata, alla terza edizione di Leguminaria, la manifestazione che si terra` dal 21 al 23 ottobre ad Appignano (MC) per promuovere la produzione e degustazione di legumi coltivati nel territorio. Non si tratta di una polverizzazione delle nicchie produttive - ha proseguito Petrini- ma al contrario, e` giusto, di volta in volta, far emergere dal sistema le situazioni virtuose che possono rappresentare un elemento trainante del salto di qualita` che il futuro sviluppo rurale ormai richiede. Leguminaria, come ha spiegato il sindaco di Appignano, Maurizio Raffaelli, ricordando anche la recente assegnazione alla sua citta` della Bandiera Verde per lagricoltura, significa riscoperta dei valori dei piatti poveri della cucina marchigiana dagli indiscutibili benefici nutritivi: ceci, cicerchia, fagioli, il tutto innaffiato dal prelibato Rosso Piceno di unAzienda locale, servito nelle tradizionali stoviglie di terracotta, tipiche dellartigianato artistico dei Maestri Vasai. La Provincia di Macerata ha detto lassessore allAgricoltura, Luigi Carlocchia- investe nelle operazioni di rilancio delle eccellenze produttive tipiche di qualita` perche` significa anche promuovere leducazione al consumo e al benessere. Alla conferenza stampa hanno preso parte anche il senatore Mario Cavallaro e il consigliere regionale Francesco Massi. Ledizione di questanno si arricchisce anche di un convegno, in apertura di manifestazione, il 21 ottobre in cui si parlera` di legumi come vera e propria opportunita` da cogliere, produzioni di qualita` da reintrodurre nel mercato e nella gastronomia locale, che possono diventare una interessante integrazione di reddito per gli agricoltori. Al centro del convegno anche gli esiti del percorso di ricerca e di sperimentazione applicata per lindividuazione, il recupero ed il mantenimento in purezza degli ecotipi di fagiolo, cece e cicerchia originari di Appignano. In particolare, le specie oggetto dello studio, che durera` quattro anni, sono il fagiolo Cannellino, il cece denominato Quercia e la cicerchia, da sempre apprezzate perche` ritenute uniche ed insostituibili per la preparazione di piatti tipici ma da qualche tempo a forte rischio di erosione genetica. I motivi sono diversi: lavvento di nuove e piu` competitive varieta`, lo spopolamento delle zone rurali, la conservazione di queste specie affidata a pochi anziani agricoltori del posto con mezzi inadeguati a mantenere indenni le matrici genetiche della biodiversita`. La ricerca, condotta dallIstituto sperimentale per lOrticoltura di Monsampolo del Tronto (Ap) ha spiegato- Mariano Landi, dirigente regionale per la valorizzazione delle produzioni agricole - fa parte di un piu` ampio progetto di recupero e valorizzazione delle tipicita` che si estende anche alla fava di Fratterosa (Pu), alla cipolla di Suasa (Pu), al carciofo di Montelupone (Mc), al rafano di Barchi (Pu), alle patate del Montefeltro, ed e` sostenuta finanziariamente, oltre che dalla Regione Marche - assessorato allAgricoltura, dai progetti Leader del territorio, dalle Province e dai Comuni interessati. (ade)