Dimensione minima aziendale, ampliamento dei rapporti di lavoro possibili, salvaguardia degli operatori turistici che ristrutturano gli immobili. Sono le tre modifiche alla normativa regionale 3/2002 sulla disciplina dellagriturismo nelle Marche, contenute nella proposta di legge che la Giunta regionale ha presentato in Consiglio. Uniniziativa presa su indicazione dellassessore Paolo Petrini, per sostenere lattivita` agrituristica, in crescita nelle Marche e favorita anche con i fondi del Piano di sviluppo rurale. La proposta di legge, come indicato nella relazione che accompagna il testo in Aula, integra la normativa, ampliando le opportunita` per gli operatori agrituristici. Gli articoli interessati sono quattro. Una modifica riguarda la possibilita` di usufruire di collaborazione in associazione, con lobiettivo di aumentare o migliorare loccupazione nelle aziende agrituristiche. Unaltra consente il mantenimento delliscrizione (obbligatoria) nellelenco regionale degli operatori agrituristici, da parte aziende che non sono in grado di iniziare lattivita` entro i tre anni dalla registrazione, a seguito dei lavori di recupero degli immobili da adibire ad agriturismo. Questo perche` gli interventi edili, nella maggior parte dei casi, sono riconducibili a opere di restauro conservativo o ristrutturazioni che richiedono il rispetto delle tipologie costruttive e dei materiali originali, con conseguente dilatazione dei tempi di realizzazione. A tutela di chi soggiorna in campagna, lultima integrazione specifica che, per esercitare attivita` agrituristica, le aziende agricole devono disporre di una superficie minima di almeno tre ettari. Deroghe sono consentite solo alle aziende orticole, floricole o vivaistiche e a quelle gia` iscritte nellelenco regionale.
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