La bozza preliminare di DPEF 2006-2009 rischia di offrire solo un contributo di studio e di analisi ai problemi di competitivita` e di crescita delleconomia italiana. E il commento del Presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca in relazione al confronto con le Regioni e gli Enti locali sulle linee guida del DPEF.
I nodi fondamentali - spiega Spacca - riguardano la sostenibilita` delle previsioni avanzate dal Governo e la vaghezza delle azioni indicate per il rilancio delleconomia del Paese, la cui crescita e` stimata pari allo zero per il 2005.
Innanzitutto, le previsioni negative ipotizzate nel DPEF circa la capacita` concorrenziale del made in Italy, con le esportazioni nette con il segno meno, richiedono uno sforzo di sostegno allinternazionalizzazione del sistema-Italia di cui nel Documento non vi e` traccia significativa.
La scelta di affidare alla ripresa della domanda interna, il sostegno alla crescita del Pil si scontra sia con la scarsita` di risorse per sostenere un efficace programma di investimenti infrastrutturali, sia con il clima di sfiducia e incertezza di famiglie e imprese.
Il documento risente di un eccessivo ottimismo, e sembra piu` costituire la risposta alle osservazioni della Commissione Europea in materia di disavanzo eccessivo, piuttosto che un documento di autentica programmazione economica.
Inoltre, nella proposta di DPEF non si riconosce il ruolo delle Regioni nelle funzioni di governo e programmazione degli interventi di politica industriale, cosi` come invece definito dalla riforma costituzionale.
Le Regioni chiedono anche quale sia il destino del federalismo fiscale. Non si fa riferimento al decreto legislativo 56/2000 per il trasferimento dei fondi a sostegno delle imprese di cui al Fondo unico per lindustria, lartigianato ed il commercio: tali risorse, mai adeguate in queste anni alle mutate condizioni di mercato, risultano ormai insufficienti per garantire una adeguata copertura della domanda delle imprese.
In assenza di un avvio esplicito del sistema del D.lgs 56/2000 e` pertanto indispensabile prevedere nel DPEF la proroga di tali trasferimenti erariali.
Si offrirebbero cosi` certezze alle Regioni e, soprattutto, al tessuto produttivo nazionale che, anche in assenza di sviluppi in materia di federalismo fiscale, il sistema degli incentivi non restera` bloccato. Inoltre, anche se la questione non rientra nella competenza del DPEF, per lannualita` 2005 del Fondo unico, le Regioni ribadiscono la necessita` di velocizzare il trasferimento delle risorse, per consentire di attivare quanto prima i bandi regionali per il finanziamento degli interventi di politica industriale, che risultano particolarmente urgenti, considerata la difficile situazione competitiva di molti settori.
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