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01/04/2005

IL PRESIDENTE VITO D’AMBROSIO SULLA SOFFERENZA DI GIOVANNI PAOLO II

Il grande slancio di partecipazione umana alla sofferenza di Giovanni Paolo II testimonia il legame carismatico che unisce il Santo Padre con la comunita` cristiana di tutto il mondo. Ora che il male sembra purtroppo avere il sopravvento sulla sua forte fibra, dobbiamo accompagnarlo con la preghiera e con laffetto come ci invitano a fare i suoi piu` stretti collaboratori, in questo momento stretti attorno al suo letto. Ho avuto il grande privilegio di inchinarmi per tre volte di fronte a Papa Wojtyla: in occasione di unudienza concessa ai presidenti di regione e due volte, nel 95 e nel 2004, nella piana di Montorso a Loreto nella dimensione piu` suggestiva, quella dellinstaurarsi immediato del suo legame con i fedeli, una corrente di comunione irresistibile, emozionante. Il suo protagonismo assoluto nel cambiamento del mondo avvenuto negli ultimi 25 anni, deriva anche da questa grande forza di testimonianza, quasi di abbandono con tutto se stesso allesempio cristiano. Giovanni Paolo II ha indicato al mondo, finalmente, i grandi valori universali, tanto preziosi in tempi di relativismo culturale e morale. Innanzitutto la sacralita` della persona, per ognuno e per tutti, e dunque lindisponibilita` della vita umana, che Dio solo da` e riprende. Il suo grido disperato con la guerra tutto e` perduto e` destinato a divenire la guida politica ed etica delle future generazioni. Il pontificato di Papa Wojtyla sara` ricordato come un lungo periodo di eventi straordinari per le sorti dellumanita`, cui la Chiesa ha partecipato da protagonista. Preghero` per il Santo Padre, accogliendo da credente, per quanto possibile, la testimonianza della sua sofferenza. Bene hanno fatto i partiti a chiudere in anticipo la campagna elettorale in segno di silente rispetto e sono certo che tutti i cittadini marchigiani vorranno e sapranno essere vicini al Santo Padre.