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16/03/2005

IL CAMBIAMENTO DEL SISTEMA SANITARIO MARCHIGIANO, UNO STUDIO DELLA BOCCONI

Una riduzione della perdita economica (dai 119 milioni di euro del 2002, ai 72 milioni del 2004) e un deciso rallentamento dei costi di produzione (incrementati dell11% nel 1999-2000 e solo del 3,7% nel 2003-2004). Sono gli effetti contabili piu` evidenti della riforma del Sistema sanitario marchigiano, analizzati dal Cergas (Centro di ricerche sulla gestione dellassistenza sanitaria) dellUniversita` Bocconi di Milano che ha condotto una ricerca sulla sanita` delle Marche. I risultati sono stati presentati oggi, alla stampa e agli amministratori della sanita` pubblica, dal direttore del Cergas, Elio Borgonovi, e dai collaboratori Stefano Villa e Daniele Alesani. Lincontro si e` svolto presso la sede istituzionale della Giunta regionale, alla presenza del presidente Vito DAmbrosio e dellassessore alla Sanita` Augusto Melappioni. La ricerca ha ricostruito il cambiamento del Sistema sanitario regionale per favorire la conoscenza dei mutamenti avvenuti. Lindagine si e` sviluppata attraverso unanalisi della documentazione ufficiale e interviste agli operatori del settore sanitario. Partendo dallelevata perdita economica del 2001 (156 milioni di euro), dalla frammentazione della struttura gestionale (13 Asl e 4 Aziende ospedaliere), dalleccessiva ospedalizzazione (tasso del 209%, contro un obiettivo nazionale del 160%), dallelevata mobilita` verso altre regioni (38% Emilia Romagna, 13% Lazio, 12% Abruzzo), lo studio ha focalizzato gli orientamenti della riforma del Sistema sanitario attuata nelle Marche. Oltre alla riduzione dello squilibrio economico e allattenuazione della crescita dei costi (dal 2001 al 2003 la Regione ha ridotto il disavanzo pro capite annuo da 83 a 44 euro), lindagine rileva una contrazione dei ricoveri, grazie al miglioramento dellofferta clinica e assistenziale. Il tasso di ospedalizzazione e` sceso a 178 ricoveri per mille abitanti nel 2004, avvicinandosi significativamente allobiettivo nazionale di 160, nonostante che la popolazione marchigiana segnali unanzianita` elevata. Questo grazie anche al potenziamento dellassistenza extra ospedaliera (lungodegenza). Sono aumentati i ricoveri nelle case di cura, mentre sono diminuiti quelli fuori regione, a seguito della riorganizzazione dellofferta ospedaliera. Lortopedia e la riabilitazione continuano a mostrare elevati tassi di fuga, come anche la neurochirurgia e la terapia intensiva neonatale. Migliorano, invece, i dati dellarea cardiochirurgica, grazie allattivazione dellemodinamica a Pesaro, al potenziamento dellattivita` del Lancisi di Ancona e allavvio del profilo di assistenza per linfarto miocardio acuto. Una riduzione della mobilita` extra regionale si e` registrata anche nei campi delloculistica, oncologia, unita` spinale, medicina nucleare e pneumologia. Secondo la Bocconi, le prospettive future del processo di riforma, e quindi la sua riuscita e il suo consolidamento nel tempo, passano attraverso la flessibilita` degli assetti organizzativi e dei servizi sul territorio, la responsabilizzazione degli operatori sanitari, la chiara suddivisione delle competenze tra Regione (Dipartimento servizi alla persona), Asur (Agenzia sanitaria unica) e Ars (Agenzia regionale sanitaria). Il presidente DAmbrosio ha commentato positivamente i risultati della ricerca: i sistemi sanitari ha sottolineato si stanno attrezzando per superare la dimensione territoriale. E` una tendenza nazionale e le Marche non rappresentano piu` un caso isolato. La sanita`, inoltre, soffre di una cronica sottostima finanziaria, in quanto il tasso di crescita non e` quello del 2% indicato dalla Finanziaria, ma oscilla attorno al 6-8%. Lassessore Melappioni ha parlato della percorribilita` del modello sanitario marchigiano, basato sulla funzionalita` del sistema, piuttosto che sulle esigenze istituzionali. Infine Borgonovi e` convinto che il modello sanitario marchigiano possa fornire indicazioni utili anche allestero.