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15/12/2004

LA FINANZIARIA HA IGNORATO LE ESIGENZE DELLA RICOSTRUZIONE : D'AMBROSIO, CI MOBILITEREMO.

Le principali richieste per la ricostruzione del post terremoto che avevamo formulato al governo Berlusconi in accordo con la Regione Umbria sono state totalmente ignorate dalla maggioranza parlamentare che ha votato il maxiemendamento alla Legge Finanziaria 2005. E il commento del presidente della giunta regionale Vito DAmbrosio dopo aver preso atto che nelle modifiche apportate alla legge e` rimasto escluso il riconoscimento per la restituzione del 10% della busta paga pesante (sconti fiscali) ai cittadini delle Marche e dellUmbria colpiti dal sisma del 97 e non sono stati previsti significativi stanziamenti per assicurare che la macchina dei lavori mantenga costante la sua attivita`. E un atto politico grave ha aggiunto DAmbrosio con pesanti conseguenze negative sui cittadini, sulle famiglie e sulle imprese delle due regioni direttamente coinvolti dal terremoto. Bloccare la macchina della ricostruzione significa assetare un duro colpo alloccupazione e allattivita` economica. La mancata accettazione della cosiddetta busta paga pesante e` incomprensibile e non ha giustificazione di sorta tenuto conto che unanaloga misura e` stata gia` riconosciuta alla Lombardia e alla Sicilia. Appena ho appreso dei contenuti del maxiemendamento ha inoltre affermato DAmbrosio ho scritto immediatamente a Bertolaso, capo del Dipartimento della Protezione Civile nazionale, per chiedergli la proroga dello stato di emergenza fino al 31 dicembre 2005 con il conseguente prolungamento delle deroghe alla normativa ordinaria e delle altre provvidenze a favore delle popolazioni (autonoma sistemazione) e degli enti locali. Scrivero` ha infine sottolineato DAmbrosio anche al presidente Berlusconi per dirgli della profonda delusione delle nostre popolazioni che vivono la decisione della sua maggioranza come un atto ingiusto, discriminatorio e beffardo. Non ci arrenderemo di fronte a promesse ancora una volta non mantenute: valuteremo insieme ai parlamentari, ai sindaci e alle province, ai sindacati e alle altre forze sociali le iniziative di mobilitazione da intraprendere al fine di affermare le nostre giuste ragioni.