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12/11/2004

MONTAGNA. DUE NUOVE PROPOSTE DI LEGGE PER LE AREE INTERNE

Due nuove proposte di legge, da presentare prima del termine della legislatura, per finanziare le Comunita` Montane. A darne notizia e` stato lassessore regionale alle Politiche per la montagna Cataldo Modesti, al termine del convegno di Ancona sulle Politiche per la montagna e comunita` montane. La prima proposta riguarda listituzione di un Fondo perequativo per le aree interne finalizzato al mantenimento dei servizi pubblici essenziali; la seconda prevede la devoluzione di una quota delle tariffe dei servizi idrici a favore del riassetto idrogeologico dellentroterra. Le due iniziative sono un importante contributo per riorientare la spesa e soddisfare i bisogni delle popolazioni montane, ha commentato Modesti. Che ha poi definito molto positivo il bilancio sulle politiche per la valorizzazione e lo sviluppo delle Comunita` montane: Gli ingenti investimenti effettuati negli ultimi anni hanno consentito alle Comunita` Montane di recuperare le aree degradate, conservare il patrimonio agro-silvo-pastorale,quello storico-monumentale, riqualificare le infrastrutture turistiche, mantenendo la rete dei servizi essenziali. La conferma che si e` operato bene viene dallaumento della popolazione montana nel periodo 1991-2001 e nel biennio 2001-2003: un dato molto incoraggiante, in netta controtendenza rispetto a quello nazionale. Positivo, secondo lassessore, anche landamento del settore turistico. Se nelle Marche si e` registrato un calo ( - 1,2 per cento) piu` limitato rispetto a quello nazionale, nei territori delle Comunita` Montane si e` avuto addirittura un incremento del 2 per cento degli arrivi e delle presenze turistiche, a conferma delle elevate potenzialita` di attrazione dellentroterra montano. Il Presidente della Giunta regionale Vito DAmbrosio, nel sottolineare il forte divario tra lentroterra e la costa, si e` soffermato sulla necessita` di ottimizzare le sempre piu` scarse risorse finanziarie che lo Stato trasferisce alle Regioni nel settore delle politica per la montagna. Abbiamo cercato di dare concreta attuazione agli impegni assunti nella Carta di Fonte Avellana, consolidando lo sviluppo dei territori montani, contrastando la riduzione dei servizi e labbassamento del tenore di vita delle popolazioni locali; ma su questo terreno ha rilevato il Presidente - non siamo mai stati coadiuvati dal governo centrale, che oggi si appresta a varare una Finanziaria brutta, senza alcuna certezza su come e dove saranno allocate le risorse e dall impatto pesantissimo sul sistema delle autonomie locali. Una preoccupazione condivisa dal Presidente del Consiglio regionale Luigi Minardi, che ha sottolineato le difficolta` delle popolazioni delle aree interne, alle prese con un rapido processo di invecchiamento, privo di unadeguata rete di servizi e con una struttura produttiva, come quella del tessile-abbigliamento nel pesarese, incapace di sostenere la sfida della globalizzazione dei mercati. Critico anche Mario Cavallaro, vice presidente del Gruppo parlamentare Amici della Montagna, che ha evidenziato la mancanza di un testo unificato sulle politiche per la montagna e limpossibilita` da parte dei piccoli Comuni di unirsi per gestire al meglio i servizi integrati, evitando sprechi e diseconomie. Critiche al Governo centrale sono state rivolte anche da Maria Assunta Paci,presidente regionale dellUnione delle Comunita` Montane,che ha definito miope la scelta di ridurre del 50 per cento il Fondo nazionale per la montagna e di bloccare,per mancanza di finanziamenti, le altre leggi in cantiere. La montagna ha detto- e` una risorsa per tutta la comunita` e non solo per quelli che ci vivono. Per questo occorre trasformare il Patto per la montagna sottoscritto nel novembre 2002 dalla Regione e dallUncem Marche in un piano di azione da attuare con una precisa scansione temporale. Enrico Borghi, presidente nazionale dellUncem, nel rimarcare la chiusura del governo nel trasferimento dei fondi, ha messo, infine, in guardia contro il rischio del ritorno al neocentralismo, con conseguente pesante confisca dellautonomia del sistema degli enti locali. (s.p.)