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06/11/2004

CELEBRAZIONI AD UN ANNO DALLA MORTE DELLO STORICO SERGIO ANSELMI : “PER UNIFICARE , CONDIVIDERE LE DIVERSITA’ ”

In questa epoca di globalizzazione e di omogeneizzazione spinta , lattualita` della lezione di Sergio Anselmi sta nella comprensione delle tante componenti e diversita` di una realta`, per poi conservarle, senza snaturarne la positivita`, in un modello unificante. Cosi` il presidente della Regione Marche, Vito DAmbrosio, intervenuto a Senigallia alle celebrazioni, ad anno dalla morte, dello storico e studioso senigalliese che il Comune ha voluto dedicare- come ha detto il sindaco Luana Angeloni alluomo poliedrico, instancabile promotore di iniziative, politico, educatore , che come pochi ha saputo definire lidentita` della nostra regione, ancorata alla terra ma proiettata verso lacqua dellAdriatico. Uno studioso- ha aggiunto DAmbrosio che ha unito al rigore della ricerca, alla personalita` eclettica, la vena di narratore del quotidiano, degli spaccati di vita della sua citta` a cui era profondamente radicato, come e` dimostrato nel taccuino di appunti Sulla pesca dei cannelli che la Regione ha pubblicato come doveroso omaggio e dono postumo della famiglia Anselmi alla comunita` marchigiana. Il taccuino di appunti, consegnato agli ospiti presenti alle celebrazioni, e` un estratto dai diari di Sergio Anselmi: 30 pagine, in calligrafia e testo a margine, una sorta di trattatello scientifico per la minuziosita` dei dettagli, corredato da disegni dellautore su come si devono fermare le dita per prendere il cannolicchio. Analogamente ad un altro illustre marchigiano, Giorgio Fua`- ha proseguito DAmbrosio- Anselmi ha tracciato una strada e una chiave di lettura unitaria per capire il contesto regionale e le modalita` di uno sviluppo che tenga conto del valore delle differenze. Ringrazio la citta` di Senigallia per questa occasione non solo di giusto ricordo, ma di profonda riflessione. AllAuditorium San Rocco, gremitissimo, presenti i familiari dello storico, sono intervenuti anche Enzo Pesciarelli, preside della facolta` di Economia, dove Anselmi ha insegnato per ventanni, ed Ercole Sori, docente anche lui e prosecutore della rivista Proposte e Ricerche fondata dallo stesso Anselmi. Questo nostro mare oggi non offre un`immagine rassicurante. E linizio della Lezione Sergio Anselmi, di Pedrag Matvejevic ,nato a Mostar, di madre croata e padre russo, ordinario di slavistica allUniversita` La Sapienza di Roma, amico personale dello storico senigalliese che ha recensito molti volumi e saggi dello studioso slavo. La Lezione di Matvejevic, Alternative mediterranee, prende le mosse dallo studio condotto per un anno e mezzo per la Commissione europea quando lo stesso docente ha fatto parte del Gruppo di saggi scelto da Romano Prodi. Le frammentazioni ha continuato il docente- prevalgono sulle convergenze e il mare stesso assomiglia di piu` a una frontiera che si estende da Levante a Ponente per separare lEuropa dallAfrica. Non e` possibile considerare questo mare come un vero e proprio insieme senza tener conto dei conflitti che lo dilaniano: Palestina-Israele, Libano_Cipro, Turchia-Grecia, Balcani ed ex Jugoslavia Il Mediterraneo e` fatto da componenti varie che sfidano o rifiutano le idee unificatrici. Non esiste una cultura mediterranea, una cultura comune che possa rendere omogeneo questo spazio Le somiglianze sono dovute alla prossimita` di un mare comune e allincontro sulle sue sponde di nazioni vicine; le differenze sono segnate da fatti di origine e di storia : talvolta prevalgono le somiglianze, talvolta le differenze. Il resto e` mitologia. Occorre liberarsi da una zavorra ingombrante ha continuato Matevejevic- ripensare cioe` le nozioni superate di centro e periferia. Percepire il Mediterraneo partendo solamente dal suo passato, rimane unabitudine tenace ma in fin dei conti inutile. E unidentita` dellessere si esaurisce se non riesce a motivare unidentita` del fare, analoga e complementare. La retrospettiva continua a prevalere sulla prospettiva e lo stesso pensiero rimane vittima degli stereotipi. La sola paura dellimmigrazione da Sud, allora, non puo` bastare a determinare un politica ragionata e aperta. Non puo` far nascere una cultura appropriata e necessaria. Anche Matvejevic ha concluso con una riflessione-proposta nellideale di Sergio Anselmi: per unificare occorre imparare a condividere le diversita`. E piu` facile da realizzare. (ade)