Una nuova filosofia di fare sicurezza: la vicinanza delle Forze di polizia ai cittadini, pronte ad ascoltare e rassicurare la gente, consolidandone il rapporto di fiducia e incoraggiando la collaborazione nellattivita` di prevenzione. E uno dei concetti sottolineati dal Prefetto di Macerata, Carmelo Aronica nellintrodurre i lavori del seminario di aggiornamento professionale Le risposte della sicurezza pubblica alle esigenze del territorio, promosso dalla Regione Marche e tenutosi ieri a Macerata, presso la sede dellUniversita`.
Si tratta del secondo appuntamento, al quale hanno partecipato circa cento agenti tra Polizia di Stato, Carabinieri, Polizia municipale e polizia provinciale, per un percorso di formazione congiunta a livello provinciale, dopo quello di Ancona di qualche mese fa, in attuazione del protocollo firmato dalla Regione e dal Ministero dellInterno in materia di sicurezza e aggiornamento professionale.
Aronica ha inoltre evidenziato limportanza di simili iniziative congiunte per consentire positivi confronti e scambi integrati di informazioni. Sul miglioramento del rapporto con i cittadini, ha citato lesempio de progetto poliziotto e carabiniere di quartiere avviato con successo a Macerata e a Civitanova Marche. Su uno dei temi principali del seminario, comunicare sicurezza, oltre alla specifica relazione da parte di Roberto Sgalla, direttore dellUfficio relazioni Esterne del Dipartimento di Pubblica Sicurezza, lo stesso Prefetto maceratese ha sintetizzato in alcuni punti le cause del senso di inquietudine della popolazione: criminalita` diffusa, incivilta` diffusa, degrado urbano, crisi di identita` della comunita` e diffidenza nei confronti delle diversita`. Aronica ha quindi rimarcato il ruolo strategico degli organi di informazione per la migliore comprensione dei fenomeni criminali e per rimuovere le percezioni distorte diffuse tra la gente .
Anche uno strumento pattizio come il protocollo in materia di sicurezza di livello generale firmato da Regione e Ministero Interni, favorisce, secondo Riccardo Bellucci del Gabinetto del Presidente della Regione Marche, un processo virtuoso di integrazione a livello locale, come cerniera forte tra polizia, cittadini e istituzioni, contribuendo ad invertire gradualmente anche il senso di insicurezza della popolazione. Il vice direttore della Direzione interregionale Toscana-Umbria- Marche della Polizia di Stato, Felice Berriola DAlessio, ha detto che bisogna avere la consapevolezza che, in qualsiasi caso, il contatto con la Polizia produce nel cittadino una sorta di ansia. Allora e` necessario che lagente di polizia sia preparato sulla base di una deontologia professionale che non riguarda solo il senso del dovere, ma soprattutto il rispetto dei diritti di tutti.
Sia Mario Della Cioppa, dirigente della Scuola di Polizia di Pescara, sia il maggiore dei carabinieri Giuseppe De Riggi hanno ribadito il ruolo ormai essenziale della polizia di prossimita` e quindi liniziativa del poliziotto e carabiniere di quartiere come lavamposto piu` importante per invertire la percezione di insicurezza dei cittadini. In conclusione, il costituzionalista Giovanni Di Cosimo, docente della locale Universita`, ha approfondito il tema del ruolo delle polizie locali analizzando le riforme costituzionali in atto. Sul metodo della ripartizione per materie dei compiti di Stato e Regioni, Di Cosimo ha espresso dubbi sulla validita`, poiche` in passato non ha mancato di creare grande conflittualita`. Una specie di federalismo duale che comporta incertezza soprattutto a svantaggio delle Regioni, mentre occorrerebbe arrivare ad un federalismo cooperativo, dove i due livelli di governo possano concordare la disciplina delle materie che incidono sui poteri locali. In questo senso un esempio e` proprio il protocollo sulla sicurezza firmato tra Regione e Ministero dellInterno. (ade)
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