Text/HTML

Call us now
+123 456 7890
15/07/2004

LA REGIONE MARCHE E IL MERCATO DEL LAVORO

Discutere del mercato di lavoro, partendo dalla proposta di legge che la Regione Marche, prima in Italia, almeno tra quelle governate dal centrosinistra, ha elaborato per superare i limiti della normativa nazionale 30/03. E` la finalita` che ha guidato il convegno nazionale: Le Regioni e il governo del mercato del lavoro, svoltosi oggi, in Ancona, alla Facolta` di Economia dellUniversita` Politecnica delle Marche. Lincontro e` stata anticipato da una conferenza stampa di presentazione, alla quale hanno partecipato gli assessori regionali al Lavoro delle Marche, Ugo Ascoli, e della Campania, Adriana Buffardi, oltre ai responsabili nazionali Lavoro dei DS, Franca Donaggio, di Rifondazione Comunista, Mario Nesci, e dei Comunisti Italiani, Dino Tibaldi. La Regione Marche, come le altre Regioni del centrosinistra ha affermato lassessore Ascoli intende esercitare le proprie competenze concorrenti sul lavoro, previste dalla riforma federalista della Carta costituzionale. Lo strumento individuato e` quello di una proposta di legge che favorisca lapplicazione di una normativa sul mercato del lavoro equilibrata e socialmente sostenibile. Vogliamo accompagnare e promuovere il cambiamento dei sistemi occupazionali, accogliendo la sfida della flessibilita`, legandola pero` alla tutela dei diritti delle persone e al sostegno dellimprenditorialita`. Ascoli ha quindi elencato gli aspetti qualificanti della proposta di legge, frutto di una lunga concertazione con le forze politiche, economiche e sociali marchigiane e che, secondo gli orientamenti dellassessore, dovrebbe essere presentata in Consiglio regionale dopo lestate, per essere approvata entro la fine dellanno. Sintetizzando, diverse sono le novita`, che vanno a colmare quelle che vengono definite lacune della normativa nazionale: una regia pubblica del governo del mercato del lavoro; promozione della concertazione sociale; realizzazione di un sistema regionale di servizi per limpiego; sostegno alla formazione; tutela dei diritti di tutti i soggetti che operano sul mercato del lavoro; stabilizzazione dei rapporti di lavoro; definizione di una nuova rete di ammortizzatori sociali; sostegni alla creazione dimprese; pari opportunita`; integrazione tra politiche del lavoro, politiche sociali e formazione dei lavoratori. Di fronte alle carenze della legislazione nazionale ha chiarito lassessore al Lavoro della Campania, Adriana Buffardi le Regioni devono cercare di limitare i danni causati dalla legge 30. Anche in Campania stiamo predisponendo una legge regionale che integri le scelte politiche del governo nazionale con provvedimenti capaci di delineare percorsi lavorativi stabili, una maggiore qualita` del lavoro e lemersione del lavoro nero. Riteniamo che favorire una competitivita` basata sulla riduzione dei diritti e dei salari sia miope, perche` non guada allEuropa, che chiede qualita` del prodotto e del lavoro. La nostra Regione, invece, intende costruire una politica di sostegno alle imprese che le spinga a investire proprio nella qualita` e nel rispetto dei diritti dei lavoratori. Attraverso il progetto Aifa, che lega gli aiuti alla formazione e al tempo indeterminato, le aziende hanno risposto positivamente e sono stati creati 10 mila nuovi posti di lavoro stabili, dopo un percorso di formazione. Apprezzamenti alla proposta di legge delle Marche sono venuti da Mario Nesci (Le Regioni possono esercitare un ruolo attivo di contrasto alla legge 30), da Dino Tibaldi (Attenua elementi inaccettabili della legge 30, stabilendo la preminenza del pubblico e contrastando la precarizzazione) e da Franca Donaggio (Limpianto della normativa si muove nel quadro legislativo delineato dalle forze del centrosinistra).