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04/06/2004

VICENDA ANCOOPESCA: LA DICHIARAZIONE DELL'ASSESSORE UGO ASCOLI

Della vicenda Ancoopesca si e` parlato molto, la citta` di Ancona e` stata profondamente coinvolta nel dramma del rogo della fabbrica prima, ed anche, attualmente, in quello della perdita del lavoro da parte di almeno 100 persone, da un anno in Cassa Integrazione e per i quali si prospetta il licenziamento. Domani, il nuovo incontro pubblico nella sede del Comune di Ancona forse servira` a chiarire ulteriormente i contorni di una vicenda su cui rimangono pero` alcuni interrogativi . Interrogativi che mi pongo anche io come assessore regionale alle politiche del Lavoro. Premettendo che la Regione entra legittimamente e istituzionalmente solo nel caso venga aperta una vertenza , non posso pero` evitare un mio coinvolgimento, specialmente dopo le dichiarazioni della proprieta` aziendale avvenute proprio nella sede dellassessorato regionale , il 28 maggio scorso. Dichiarazioni che hanno certamente sorpreso chi aveva creduto nella volonta` di ricostruire lo stabilimento e nella buona fede della proprieta` di fare tutto il possibile per questo obiettivo. Ma mi chiedo, convinto di non essere lunico, come sia stato possibile arrivare alla attuale situazione proprio per un Azienda su cui si e` concentrata la massima attenzione delle parti sociali, degli organi di informazione e naturalmente delle istituzioni, dopo un anno e in prossimita` della scadenza della Cassa Integrazione. E legittimo anche domandarsi perche` limpresa in tutto questo tempo in cui ha potuto condurre studi e indagini di mercato, concludendo che la situazione e` sfavorevole per poter riaprire la fabbrica, in un anno non abbia avuto la possibilita` di comunicare prima questi esiti negativi. Tutto cio`, pero`, anche a fronte del fatto che gli stessi vertici aziendali propongono di assorbire buona parte del personale nello stabilimento vicino a Venezia, dove si dovrebbe presumere, allora, un andamento favorevole del mercato. I tempi della Cassa Integrazione Guadagni ( due o tre anni per programmi di ristrutturazione) avrebbero permesso un preciso programma realistico da parte dellAzienda per consentire una graduale ripresa dellattivita` in zona e riservare cosi` un futuro meno crudele a questi lavoratori. Nel contempo ho preso atto con soddisfazione della espressa volonta` dellAzienda di non voler comunque abbandonare Ancona, ne` lidea di rimanere sul mercato; ma allora, mi chiedo ulteriormente se non sia opportuno e auspicabile uno sforzo eccezionale da parte di tutti - sindacati, lavoratori, parti sociali, impresa, istituzioni - per evitare il licenziamento di queste 100 persone e salvaguardare nel contempo un patrimonio aziendale cittadino, noto per lalta innovazione tecnologica, la specializzazione e la professionalita` che ha sempre dimostrato. Da parte mia assicuro fin dora il massimo impegno e disponibilita`.