Trasferimento del 50% del personale nello stabilimento gemello della Demar di Noale, vicino a Venezia e la quota restante in mobilita` o mobilita` per tutti i 100 lavoratori dellAncoopesca di Ancona che, dal luglio 2003, quando lincendio distrusse la fabbrica, sono in cassa integrazione. Per circa 30 dipendenti amministrativi invece, ce` gia` stata la reintegrazione al lavoro. Queste sono in sostanza le proposte dei vertici aziendali dellAncoopesca , avanzate oggi nellincontro convocato dallassessore regionale alle Politiche del Lavoro Ugo Ascoli, al quale hanno partecipato la proprieta` dellAzienda - erano presenti i due soci Massimo Virgili e Francesco Innocenti - i sindacati FAI-CGIL e FASL CISL, le RSU, oltre che Assindustria Ancona.
Virgili ha dichiarato che non ci sono i tempi tecnici per prolungare una cassa integrazione ( in scadenza il 5 luglio) con la motivazione di un programma di ristrutturazione aziendale e che quindi la dichiarazione di mobilita` e` diventata inevitabile. Con tutta probabilita` le procedure si apriranno la prossima settimana. Ma lamministratore delegato Virgili, dopo aver tracciato una panoramica poco rassicurante della situazione dei mercati europei nel settore ittico, ha pero` tenuto a sottolineare che, anche se in prospettiva di medio- lungo periodo, lintenzione di riaprire laboratori e impianti su un terreno acquistabile a prezzi equi, rimane ferma e, in questo caso, di voler riassorbire il personale. La presenza dellAncoopesca ad Ancona hanno affermato entrambi i soci proprietari - non e` in discussione.
Appresa lintenzione dellAzienda, lassessore regionale Ugo Ascoli ha espresso amarezza per un esito che non puo` soddisfare nessuno: ne` azienda, ne` lavoratori. Pur apprezzando limpegno dei vertici aziendali di voler comunque rimanere in prospettiva ad Ancona, lassessore ha auspicato che si trovi un accordo sulla mobilita`, accettabile da entrambe le parti. Ascoli, assicurando il massimo impegno della Regione , ha chiesto la disponibilita` di tutte le parti presenti a comporre tempestivamente un tavolo di concertazione per trovare soluzioni che permettano la ricollocazione dei lavoratori.
Le organizzazioni sindacali presenti hanno preso atto delle proposte che riferiranno oggi stesso nellAssemblea dei lavoratori. E gia` noto comunque- hanno detto i rappresentanti di CGIL e CISL- che esistono poche probabilita` che i lavoratori accettino un trasferimento a 500 chilometri di distanza , senza nessuna garanzia di copertura dei costi di trasferta. Lalternativa della mobilita`, non e` un alternativa; non ci sono stati margini di trattativa hanno detto Mohamed Hasani e Silvano Giangiacomi - a causa di ritardi che si sono accumulati per il reperimento di un terreno e che facevano , in un primo momento, sperare nella rinascita dellAzienda. Ritardi ha ribadito Mohamed Hasani della CGIL- su cui non e` certamente incolpevole il Comune di Ancona e a cui chiederemo conto.
Virgili ha anche illustrato le difficolta` incontrate in questo anno per avere la possibilita` di fare investimenti in sicurezza, difficolta` relative al reperimento di finanziamenti presso gli Istituti bancari, sia in materia di contributi richiesti al Ministero delle attivita` agricole e risorse ittiche, contributi assegnati in parte dopo quattro anni, a fabbrica bruciata, sia dal punto di vista burocratico per trovare unarea idonea. (ade)
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