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05/04/2004

LA PROGETTAZIONE PER LA CRESCITA COMPETITIVA DEI TERRITORI. ALLE ARSTEL IL COMPITO DI ASSICURARE LA REGIA COORDINANDO SOGGETTI E INIZIATIVE.

Riparte dalle ARSTEL (acronimo di Agende Regionali per lo Sviluppo Territoriale Locale) la programmazione della Regione: non un nuovo strumento, ma piuttosto un coordinamento delle molte iniziative che si sviluppano sul territorio. Saranno una per Provincia e punteranno sul coinvolgimento di tutti i soggetti, per realizzare politiche in grado di assicurare lo sviluppo e la crescita competitiva di quel territorio. Di questo si e` parlato nel Convegno a Portonovo (Strategie integrate per lo sviluppo locale), che si e` aperto questa mattina con la relazione dellassessore al Bilancio-Programmazione Luciano Agostini, presenti rappresentanti istituzionali e delle forze economico e sociali. Nel bilancio 2003 per le ARSTEL ci sono 6.5 milioni di euro, stessa cifra in quello 2004, a cui si devono aggiungere altri 5 milioni provenienti dalla riprogrammazione del DOCUP Obiettivo 2. Le parole chiave sono integrazione e negoziazione. Integrazione a tutti i livelli: di politiche, di progetti, di settori, di risorse. Negoziazione perche` non si puo` prescindere da questa quando si tratta dello sviluppo di un territorio, a cui tutti devono dare il loro contributo. Negoziazione che deve partire dalla base, dalla stessa definizione delle regole: questo puo` allungare i tempi, ma crea le condizioni indispensabili per assicurare il successo degli interventi che si vanno a realizzare. Tutti questi elementi sono stati affrontati dalla dettagliata relazione di Agostini, che e` stato preceduto da un intervento di apertura di Marco Lucchetti (presidente della seconda commissione consiliare), che ha sottolineato come la proposta della Regione nasca da una corretta interpretazione del Titolo V, interpretazione invece disattesa dalla maggioranza di Governo, che ha approvato un testo di legge che va nella direzione della centralizzazione dello Stato. Il vice-presidente Gian Mario Spacca ha ricordato che le buone performance delle Marche pur in presenza di una difficile congiuntura (export +2% contro il 4,5% nazionale; crescita delloccupazione rispetto allanno scorso) si devono allequilibrio tra sviluppo e welfare, al sistema relazionale con le categorie sociali. Ma la concertazione non basta piu`, ha detto, occorre una progettualita` che gia` allinizio nasca insieme sul territorio e faccia leva sugli elementi della conoscenza e innovazione: le ARSTEL devono assicurare la necessaria regia, questo il loro compito. Ricco e vivace il dibattito: se tutti hanno detto di condividere la necessita` di un momento di coordinamento, diverse sono state le sottolineature. Il presidente della Confindustria Carlo Lucarelli ha detto di temere che le ARSTEL siano un ulteriore strumento che va a sommarsi ad altri e ai numerosi tavoli di concertazione, che ci sono e di ritenere che le risorse a disposizione siano troppe quando invece mancano per le attivita` industriali. Il sindaco di Pesaro Oriano Giovannelli ha sottolineato che erano presenti pochi Comuni: non vorrei che passasse il messaggio che le ARSTEL e` una questione giocata tra Regioni e Province, invece il momento comunale e` determinante per costruire i progetti. Poi ha detto la Regione deve finanziare quelli che sono fatti bene, il suo compito non e` liberarsi dei quattrini, ma spenderli bene. Il presidente della Provincia di Ancona Enzo Giancarli ha proposto un distretto del mare; secondo il presidente della Comunita` Montana Guerrino Buonalana lesperienza insegna che quando un progetto nasce veramente dal territorio e` in grado di creare sviluppo. Per Alessandro Cavalieri, capo dipartimento della Regione Toscana, la strada dei progetti e` obbligata, visto che di risorse ce ne saranno sempre meno e il problema non sara` piu` come spendere, ma fare dei progetti buoni che poi vanno a cercarsi le risorse. Paolo Ceccato, capo dipartimento del Veneto ha detto che bisogna rilanciare la programmazione, che ogni tanto muore e risorge come laraba fenice, ma e` un metodo per assicurare prospettiva al territorio. Carlo Carboni del Comitato Tecnico per la programmazione della Regione ha messo laccento sulle modifiche al nostro modello di sviluppo, dove e` cambiato il ruolo dei distretti. E toccato al direttore del dipartimento Politiche di Sviluppo del Ministero dellEconomia, Emilio Signorini, fare le difese della politica del Governo, sostenendo che non e` vero che di risorse ce ne sono poche (molte linee di incentivo non sono state attivate), che e` sbagliato non aver approvato la riforma della 488 che proponeva Tremonti, visto che avrebbe assicurato solo il 50% di risorse in conto interesse e 50% in conto interesse, attivando le banche e che il Governo ha dovuto ribaltare, sotto linput della UE, la percentuale delle risorse: ora e` 60% alle infrastrutture e 40% agli incentivi. Il Convegno continua nel pomeriggio con il dibattito e gli interventi programmati, al termine dei quali sono previste le conclusioni del presidente Vito DAmbrosio. (e.r.)