Aprendo i lavori della seconda conferenza regionale sui temi della sicurezza integrata nelle Marche, il presidente DAmbrosio ha espresso rammarico per la mancata presenza del ministro Pisanu, rappresentato al convegno dal prefetto Amoroso. Tra Regione e Ministero si e` instaurata, comunque, unefficace collaborazione, confermata anche dalla firma di uno specifico protocollo dintesa.
La sicurezza ha aggiunto DAmbrosio e` materia complessa e intricata e va anche al di la` dei dati oggettivi. Conta sempre piu` spesso la sensazione, il clima di serenza convivenza civile che si respira, specie in una societa` sempre piu` ansiogena. Quella oggettiva, che traspare dalla lettura dei dati non preoccupa, quella soggettiva si`, perche` i cittadini manifestano insicurezza. La Regione punta su interventi coordinati e sulla integrazione tra tutti i soggetti attori. Abbiamo diversi aspetti di sicurezza, ha esemplificato DAmbrosio: alimentare, stradale, nel lavoro, ad esempio, Non possiamo essere cinici da dimenticare che la prima causa di morte per la fascia di eta` che va dai 15 ai 40 anni e` la sinistrosita` stradale con le morti del sabato sera. Non lo dobbiamo considerare un tributo inevitabile da pagare al modello di sviluppo: per incidere servono politiche integrate, a partire da un ruolo piu` efficace della scuola, che la Regione cerca di supportare.
Da parte delle Regioni e degli Enti locali non ce` ricerca di spazi impropri in un settore nel quale la competenza statale e` quella cardine, esclusiva. Non ci saranno incursioni, ma solo ipotesi strutturate di collaborazione.
A fronte di un trend di denunce di delitti che nelle Marche e` aumentato ce` un apparato repressivo in decremento: meno personale, mentre a livello nazionale accade lopposto. Il controllo del territorio e` quindi diminuito e alcuni luoghi, in particolare della zone interne della regione, sono meno tutelati. Vi e` la necessita` di assicurare tale funzione con strumenti coordinati e visibili: una rete diffusa che si faccia carico del controllo della normalita`. La Polizia di prossimita` (meglio il vigile di quartiere) e` la risposta a questa esigenza. Nelle Marche lavoriamo per rimotivare e riqualificare la Polizia locale, cercando forme nuove di coordinamento, in particolare tra i piccoli comuni, come` gia` avvenuto nel Pesarese. Meglio puntare, comunque, a somiglianza del modello francese, sui contratti di sicurezza e non su generici protocolli. Esistono poi alcune zone cosiddette grigie: non ce` emergenza criminale, ma il problema potrebbe esplodere a seguito della devianza giovanile. La legislazione regionale permette di monitorare il fenomeno prima che diventi preoccupante.
Nel 2003, ha poi messo in rilievo DAmbrosio, le Regioni hanno adottato, in materia di sicurezza integrata, un unico protocollo, che e` un punto di riferimento essenziale in Italia. E un esempio di federalismo intelligente, la sottolineatura di una omogeneita` di risposte tra situazioni diverse.
Sul piano della collaborazione lutilizzo della banca dati comune si sta rivelando una scelta efficace. I dati statistici vanno letti, come ad esempio nel caso del trend crescente di denunce di delitti nelle Marche, con prudenza: il nostro +23,8%, secondo solo a quello dellUmbria (+42,9%) non puo` oscurare la fatto concreto che rimaniamo pur sempre una regione relativamente tranquilla, in fondo nella graduatoria per presenza della criminalita`.
I dati, inoltre, fanno giustizia dei luoghi comuni sugli extracomunitari: nelle Marche sono integrati: solo 56 casi su 3441 di quelli che hanno commesso delitti hanno il permesso di soggiorno, il 2% appena. Lunica emergenza e` il porto di Ancona, legato a traffici che hanno una destinazione non regionale. Il progetto europeo, tra Regione, Prefettura, porti di Ancona, Patrasso e Durazzo per monitorare il fenomeno prosegue nella reciproca soddisfazione.
DAmbrosio ha concluso affermando che stiamo costruendo un percorso nuovo, senza cancellare i confini di competenza e il rispetto dei ruoli. La risposta e` nel coordinamento delle azioni e delle iniziative e in una maggiore concertazione per raggiungere lobiettivo comune di un aumento del tasso di sicurezza, sia soggettivo che oggettivo, della societa` da governare.
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