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08/03/2004

SALUTO DEL PRESIDENTE D'AMBROSIO AL NUOVO ARCIVESCOVO DI ANCONA-OSIMO, EDOARDO MENICHELLI.

Eccellenza reverendissima, i casi della vita (ma esistono davvero i casi') mi portano a salutare il suo insediamento sulla cattedra di S. Ciriaco e di S.Leopardo a nome di tutti i marchigiani, e lo faccio ben volentieri, anche se non posso nascondere di provare un filo di emozione. Dalle cronache si rileva che Lei e` il primo vescovo marchigiano di Ancona dopo 150 anni. Il dato di per se` non particolarmente significativo, mi pare, pero`, un segno beneaugurante. Credo, infatti, che la Sua marchigianita` potra` aiutarla ad entrare prima e meglio in sintonia con la mentalita` del popolo che le e` stato affidato, che Lei quindi riuscira` a comprendere lanima della Sua chiesa senza dover superare quel periodo di praticantato che i Suoi predecessori hanno necessariamente affrontato prima di arrivare a quellidem sentire che e` fondamentale in un incarico della rilevanza e delicatezza del Suo. E il Suo essere marchigiano, ma di altra zona delle Marche, la zona interna, molto diversa da quella costiera, La fara` diventare un alleato ancora piu` prezioso -come del resto il Suo predecessore si era gia` trovato ad essere- per chi, come me, inserito nel mondo della politica, cerca con tenacia di favorire rapporti il piu` possibile armoniosi tra una regione e il suo capoluogo, superando e smussando incomprensioni, campanilismi, equivoci che non di rado hanno giocato un ruolo negativo. Perche` di un principio sono sicuro, dopo quasi dieci anni di esperienza: la politica non puo` riacquistare nessuna dignita`, se non si fonda sul principio dellaccettazione e della legittimazione reciproca, al di la` e prima delle inevitabili e innegabili differenze. E per raggiungere questo traguardo fondamentale della convivenza, della democrazia, della politica, un aiuto forte puo` venire da predicazioni ed esempi di amore disinteressato, mai stanchi anche se non sempre compresi e seguiti. Riscoprire uno spirito di servizio, nel senso piu` vero ed autentico di questa parola troppo abusata, potrebbe rivelarsi lunica ricetta per recuperare lattenzione e il consenso generale per quella vera e propria arte, intrecciata con letica, che la politica dovrebbe essere e che da troppo tempo non riesce ad essere. E su questa strada, spesso abbandonata per responsabilita` di tutti noi, una pedagogia dellesempio sarebbe il cartello segnaletico piu` importante. Abbiamo bisogno, Eccellenza, in altri termini, di qualcuno il quale ci ricordi sempre che in politica non ci sono nemici, ma soltanto avversari (quanto, poi, al pregare anche per loro, questo e` un di piu`, lasciato alla scelta di fede individuale) e che le contrapposizioni non possono mai far venire meno ne` il dato antropologico dellappartenenza ad una stessa comunita`, ne` la necessita` di salvaguardare sempre la civile convivenza. In questo difficile esercizio di pazienza e tolleranza, che lasci intatte le differenze ma disegni una limpida pratica di condivisione per i valori fondanti della politica, che e`, ricordiamolo, etimologicamente larte di governare la citta` come luogo comune, sono sicuro che lesempio ecclesiale potra` aiutarci non poco, anche al di la` della condivisione di fede. Principi analoghi, anzi proprio gli stessi principi, debbono guidarci sulla strada di una convinta adesione ad una politica di pace, comunque e dovunque, che possa compiere il miracolo (ma noi crediamo ai miracoli) di far cessare le guerre orrende che funestano il mondo in cui viviamo, che seminano terrore e morte anche dove, e quando, lattenzione nostra e` pigra e lontana, o addirittura assente. E questo percorso ci viene indicato come la strada maestra dalla predicazione e dallimpegno costante della Chiesa, delle chiese, di tutti gli uomini di buona volonta`. Quanto, invece, alla sintonia tra un membro della comunita` ecclesiale e il suo pastore, e al rapporto, che mi auguro improntato al rispetto, alla stima ed anche allamicizia, intrecciata e rafforzata nella fede comune, come ho avuto la fortuna di costruire con il Suo predecessore, e` questione assolutamente personale, che pretende un ambito di esternazione totalmente privato. Con laugurio, quindi,di potersi trovare bene con la Chiesa e la citta` di Ancona, e di Osimo, e con la Chiesa e la regione delle Marche, le do il piu` caldo bentornato, a nome, sono sicuro, di tutti i cittadini marchigiani. Grazie di essere qui con noi e auguri di vero cuore per il Suo impegnativo compito. Vito DAmbrosio Ancona, 7 marzo 2004