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23/01/2004

Loreto, studiosi a confronto sulle politiche sociali WELFARE : PIU’ ATTENZIONE ALLA QUALITA’ DEI SERVIZI

Il welfare europeo e il welfare delle Regioni, discipline a confronto e` stato il tema della tavola rotonda della prima delle tre giornate di lavoro della conferenza regionale sulle politiche sociali in corso a Loreto fino a sabato. Studiosi di varie discipline si sono confrontati su una serie di argomenti, quali la percezione del benessere e dellinsicurezza, le compatibilita` economiche dei servizi, la corresponsabilizzazione dei cittadini, cercando di dare una risposta strategica allaumento del disagio sociale che attanaglia il Paese e lUnione Europea. Ma elaborare una strategia di contrasto significa ripensare radicalmente il concetto di welfare. Significa ha sottolineato Lella Mazzoli, Preside della Facolta` di Sociologia dellUniversita` di Urbino riorganizzare il territorio sulla base di un modello universalistico, partendo dalle esigenze del cittadino e delle piccole comunita`. Se questa e` la sfida da affrontare, e` necessario elaborare un sistema integrato di servizi basato sulla programmazione e sulla cooperazione di tutti i soggetti sociali, nessuno escluso. Una strategia, pero`, molto difficile da far passare in una societa` sempre piu` individualista come la nostra, ha ammesso Nerina Dirindin, docente di Economia dellUniversita` di Torino. Anche perche` ha aggiunto le politiche sociali continuano ancora ad essere considerate politiche di serie B e non, come invece accade nei paesi scandinavi, un motore di sviluppo economico. Tra i fattori che ostacolano la solidarieta` ce` anche laccorciarsi dei tempi di relazione: Siamo diventati una societa` di consumatori, e i consumatori non possono permettersi tempi lunghi, ha osservato Marino Niola, docente di Antropologia dellUniversita` Suor Orsola Benincasa di Napoli. Che fare, allora' Bisogna valorizzare, hanno sostenuto concordi gli studiosi, le forme di partecipazione sociale e rafforzare lattenzione dei cittadini alla qualita` dei servizi erogati. Unesigenza molto sentita soprattutto in un momento, come quello attuale, ha ricordato Niola, in cui la ritirata dello Stato sociale e lavvento del mercato fanno aumentare in tutta Europa il senso di precarieta`, mentre cresce tra i giovani lestraneita` al valore della solidarieta`. Un fenomeno,peraltro, piuttosto preoccupante evidenziato da una recente indagine Istat, secondo la quale il 71 per cento dei giovani non fa niente per garantirsi una pensione di vecchiaia. E se da una parte, fortissima e` la richiesta di cancelli, porte blindate, assicurazioni contro il furto, dallaltra lincertezza e la paura di perdere il posto di lavoro scoraggiano fortemente la capacita` di spesa dei cittadini piu` abbienti. Ad essere maggiormente spaventati sono i ceti meno garantiti. Un dato che fa riflettere insieme allaumentata disponibilita` dei cittadini a pagare servizi che li rassicurino, ma in una logica di mercato e di privatizzazione che ignora il ricorso allo stato sociale. In questo contesto e` necessario recuperare il valore della solidarieta` che e` alla base del welfare, partendo dalla consapevolezza ha rilevato Mazzoli - che le politiche sociali interessano tutti e i servizi alle persone sono un potente volano di crescita della societa`. Occorre anche incentivare lattivita` di informazione e di comunicazione a favore delle persone piu` bisognose e investire maggiormente nella formazione della classe dirigente. Altrettanto importante e` rivalutare, sul piano antropologico, la centralita` degli aspetti culturali delle reti di relazione. In questo senso, secondo Niola, e` fondamentale ricostruire le mappe dellidentita` e delle tradizioni di cui le Marche sono particolarmente ricche, rivalutando i cosiddetti `laboratori comunitari, veri e propri vaccini contro la crescente atomizzazione sociale. Il convegno prosegue oggi con una serie di seminari tematici. (s.p.)