LORETO I primi risultati di tre anni di lavoro dallapprovazione della legge 328 del 2000 che ha radicalmente riformato il welfare e il modo di concepirlo, li stiamo raccogliendo oggi . E non e` vero che la questa legge e` superata come afferma qualche rappresentante del Governo nazionale. E invece una legge che ha insegnato a lavorare insieme a creare partecipazione, che ha tolto lautoreferenzialita` alla politica per scendere verso i cittadini. Mi associo quindi allappello che le ACLI nazionali hanno lanciato Salviamo la 328. Con questa lieve nota polemica lassessore regionale ai Servizi sociali ha aperto la prima giornata di lavori della seconda Conferenza regionale delle politiche sociali in corso a Loreto, presso il Palacongressi, dopo i saluti dellassessore alle politche sociali del comune di Loreto, del vicepresidente della Provincia di Ancona, Sagramola e del sindaco Latini di Osimo, capofila dei comuni appartenenti allAmbito sociale 13. .
La dimostrazione ha aggiunto Secchiaroli- che la 328 e` pienamente attuale e` anche la grande partecipazione a questa conferenza, segno di unattenzione costante e rinnovata da parte dei territori, di tutti i soggetti che sono stati chiamati a diventare protagonisti della costruzione del sistema del benessere in questa regione. Secchiaroli ha poi tracciato una panoramica del lavoro svolto in questi tre anni, sottolineando la fondamentale opera di armonizzazione compiuta dalla Regione insieme ai diversi soggetti per adeguare le vecchie normative alle nuove, evidenziando anche la capacita` di infondere la cultura della condivisione degli obiettivi, della concertazione, della coesione e dellintegrazione tra sistemi. Un lavoro culminato nella individuazione dei 24 ambiti sociali e nella presentazioni dei Piani di Zona non esercitazioni letterarie, ne` libri dei sogni , ma piani operativi e flessibili che la Regione ha valutato a raccolto in un documento. Dalla valutazione sono emersi alcuni nodi critici comuni, come per esempio le scarse risorse economiche e umane, il ruolo dei coordinatori, la difficolta` di promuovere diffusamente sul territorio e non a macchia di leopardo come sta avvenendo, lintegrazione tra sanita` , ambiente, scuola, lavoro. Un processo di crescita complessiva che deve ancora completarsi ma che e` stato punteggiato da azioni importanti, come laver istituzionalizzato la collaborazione pubblico-privato, o la valorizzazione di molte sperimentazioni e progetti nel campo dellInfanzia e adolescenza , la realizzazione di 65 centri diurni e, ancora, i servizi del Dopo di noi e lassegno di servizi alle famiglie con soggetti non autosufficienti , la modernizzazione della normativa sugli appalti alle cooperative, laccreditamento delle strutture socio-sanitarie, gli investimenti per adeguare le Case protette per anziani, il Progetto autismo. Tutto questo - ha ribadito Secchiaroli - per affermare innanzitutto la dignita` della persona, madre di tutte le priorita` .
La Conferenza di Loreto si pone , quindi , come "crinale" tra una sperimentazione realizzata ed un processo di stabilizzazione da avviare con i prossimi piani di zona ed e` per questo motivo che e` stato dato un carattere operativo: da qui infatti usciranno gli elementi sostanziali per la stesura delle prossime linee guida per la programmazione di Zona. Un lavoro importante ha rilevato Secchiaroli - per la costruzione di un nuovo sistema di welfare che, pur superando vecchie forme di centralismo statale eviti ogni deriva mercantilista che tende a monetizzare ogni prestazione e a distruggere ogni forma di solidarieta` sociale tra cittadini.E il quadro nazionale non e` certo rassicurante .Sulla legge 328 e` calato un preoccupante silenzio. Doveva essere il cardine del nuovo welfare italiano: ora il ritardo nella sua applicazione mette a rischio il futuro delle politiche sociali in Italia e dei suoi cardini innovativi piu` forti che vedevano i Comuni come motori delle politiche sociali, i piani di zona come strumento per superare la frammentazione, la sussidiarieta` come principio in grado di dare spazio anche a soggetti non istituzionali come la famiglia e le organizzazioni del terzo settore.
Lassessore regionale ha anche sottolineato che il Fondo unico per le politiche sociali e` insufficiente nella sua quantificazione e precario nelle modalita` di trasferimento e perche` si tende a ritornare a vecchie forme di centralismo gestionale che parevano superate anche dalle recenti riforme costituzionali che affidano alle Regioni competenza esclusiva in merito.
Vogliamo contrapporre una politica diversa ha concluso lassessore - partendo da una concreta esperienza regionale che si confronta con altre concrete esperienze regionali per produrre assieme una politica possibile: un patto di innovazione del welfare.
Dopo la proiezione del filmato a cartoni animati Civis/guida alla riforma nazionale dei servizi sociali , si e` svolta la tavola rotonda Il welfare europeo e il welfare delle regioni a cui hanno partecipato l antropologo,. Marino Niola, l economista Nerina Dirindin, sollecitati dalle domande di Lella Mazzoli, Preside della facolta` di sociologia dellUniversita` di Urbino. (ade)
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