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18/12/2003

LA LEGGE SULLA ZOOTECNIA INVESTE IN QUALITA’ E SICUREZZA ALIMENTARE. SILENZI: NON SOLO UNA NORMATIVA DI SETTORE MA UNA POLITICA PER LO SVILUPPO, L’AMBIENTE E LE AREE INTERNE.

Il Consiglio regionale ha approvato, ieri, allunanimita` la legge sulla zootecnia. Una legge che investe in qualita` e sicurezza alimentare ha commentato lassessore Giulio Silenzi Infatti, attraverso una serie di indicatori, si vanno a incoraggiare gli allevamenti che garantiscono una produzione di qualita`, incrementando anche la quantita`, soprattutto per quanto riguarda le razze da carne autoctone, come quella bovina marchigiana. Silenzi ha ricordato che si e` svolto un grande lavoro di concertazione con le categorie e le associazioni dei produttori, che hanno collaborato, indicandoci il percorso migliore per assicurare che sulle mense dei marchigiani arrivino carni certificate in tutto il processo produttivo. La legge sulla zootecnia ha detto tiene conto della necessita` di una conversione dellagricoltura verso settori dove esista una vocazionalita` regionale, riforma indispensabile alla luce dei nuovi orientamenti comunitari. La legge e` quindi molto di piu` di un intervento di settore: e` un valido strumento per la salvaguardia e la tutela dellambiente e per le aree interne. La giunta regionale aveva approvato nel maggio scorso una proposta di legge, che teneva conto delle indicazioni del Consiglio regionale dedicato allagricoltura e del Piano zootecnico di un anno fa. I punti di forza della legge. Prevede contributi per investimenti, nelle aziende zootecniche, finalizzati a: a) riconversione o potenziamento della linea vacca-vitello e scrofa-suinetto; b) realizzazione di strutture per allevamenti minori e alternativi; c) realizzazione di strutture per la trasformazione degli allevamenti dallo stato intensivo allo stato estensivo, nonche` di allevamenti allaperto; d) realizzazione di interventi strutturali per ottimizzare lutilizzo produttivo dei pratipascolo; e) raccolta e distribuzione degli effluenti zootecnici; f) acquisto di macchine ed attrezzature per la conduzione dellazienda; g) primo acquisto di bestiame. I contributi sono concessi, con priorita`, alle aziende che favoriscono la qualita`. Il limite massimo e` del 40% dellinvestimento, aumentato al 50% per le zone svantaggiate. Per investimenti effettuati da giovani agricoltori, le percentuali sono elevate rispettivamente al 45% e 55%. Nel caso gli investimenti aziendali comportino costi aggiuntivi per la tutela e il miglioramento di ambiente, condizioni di igiene e benessere degli animali, approvvigionamento e produzione di energia elettrica e di risorse idriche, le percentuali possono essere aumentate del 20% o 25%, per gli investimenti necessari alladeguamento ai nuovi requisiti comunitari minimi o volti al superamento di tali requisiti. Qualche dato sul patrimonio zootecnico. Le aziende marchigiane che praticano lallevamento sono 39.479, pari al 56,6% del totale. Si e` registrata una contrazione sul censimento del 1990, in misura pero` sensibilmente maggiore al dato nazionale. La contrazione ha interessato le aziende di minore estensione. Infatti, sopra la soglia dei 20 ettari, le aziende allevatrici sono aumentate, con tassi di incremento crescente con la superficie aziendale, fino al +57,4% della classe con oltre 100 ettari di superficie totale. Il patrimonio zootecnico marchigiano e` composto da 78 mila bovini, 493 bufalini, 162 mila ovini, 7 mila caprini, 5 mila equini, 147 mila suini, 7 milioni e 600 mila avicoli, 984 mila conigli e oltre 3 mila struzzi. Lallevamento piu` diffuso e` quello avicolo, segue lallevamento dei suini, quello dei bovini e gli ovini. I capi di bovina marchigiana ammontano a 23.275 (dati 2002 ANABIC) e sono presenti in 1227 allevamenti, con netta prevalenza della provincia di Macerata. Punto di forza della zootecnia marchigiana sono le razze autoctone. Oltre a quella bovina marchigiana, si segnalano: la ovina sopravissana, la ovina fabrianese e il Cavallo del Catria. (e.r.)