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05/12/2003

Ultimo seminario di approfondimento in vista del Piano Politiche attive del lavoro 2004-2006. DONNE E MERCATO DEL LAVORO, PIU’ FLESSIBILI DEGLI UOMINI

Le donne marchigiane che lavorano sono decisamente di piu` rispetto ad altre regioni italiane, con una percentuale vicina al Nord-est. Hanno un elevato grado di istruzione e sono in attivita` soprattutto quelle nella fascia di eta` compresa tra i 25 e i 34 anni. Le marchigiane, inoltre , hanno maggiore tendenza ad accettare la flessibilita` nei contratti di lavoro, rispetto agli uomini. Sono questi i primi dati emersi nel corso del seminario Donne e mercato del lavoro nelle Marche che ha concluso il ciclo dei tre seminari promossi e organizzati dallassessorato regionale al Lavoro e dallARMAL ( Agenzia regionale Marche Lavoro) per approfondire alcuni argomenti centrali che andranno a costruire le linee strategiche del Piano Politiche attive del Lavoro 2004-2006. Anche questultimo incontro - come i due precedenti su Ricambio generazionale nelle imprese e Giovani e mercato del lavoro nelle Marche - ha visto una nutrita partecipazione di associazioni di categoria, esperti e rappresentanti di enti locali che hanno formato una platea molto interessata al tema in dibattito. Patrizia David dellUniversita` di Urbino ha, infatti, illustrato lo studio condotto su questo fenomeno e in particolare sulloccupazione femminile che fa collocare la nostra regione in una posizione nettamente migliore rispetto a quella nazionale, con un tasso superiore di 6 punti percentuali. Dal 97 al 2002 si registra una decisa tendenza alla crescita, a differenza del trend delloccupazione maschile. Addirittura il tasso di disoccupazione femminile nelle Marche e` inferiore a quello maschile in Italia, ma con un certo distacco dalle regioni del Nord-est. Mentre e` importante rilevare che il fenomeno della disoccupazione femminile nella nostra regione riguarda la fascia piu` giovane, quella tra i 15 e i 24 anni, con il differenziale piu` alto anche tra maschi e femmine. Un dato dimostrato anche dallalto numero di iscrizioni di giovani donne nelle liste di disoccupazione, fino a raggiungere i due terzi del totale degli iscritti nella regione. Il nodo del mercato del lavoro femminile nelle Marche, anche piu` che nel Nord est, resta comunque la disoccupazione intellettuale. Si presenta il problema di dare risposte positive alla forza lavoro diplomata o laureata, poiche` la nostra regione, con una struttura produttiva che richiede prevalentemente forza lavoro per mansioni operative, ha un `offerta di lavoro mediamente piu` istruita . Una situazione che come ha commentato Patrizia David genera unaccesa competitivita` tra le forze di lavoro con livelli di istruzione elevati. Ma non solo, le donne marchigiane hanno la necessita` di avere un titolo di studio molto elevato e in qualche caso piu` elevato di quello maschile per essere competitive sul mercato del lavoro locale. Inoltre, un altro dato ci differenzia dalla media nazionale: il part time, con un forte incremento negli ultimi anni, piu` elevato della media nazionale. Per quanto riguarda il lavoro a tempo determinato, e quindi la flessibilita`, grazie al forte aumento di popolazione femminile che lavora con queste modalita` contrattuale, il dato e` salito al 64% dei lavoratori dipendenti occupati. La forza lavoro femminile nel 2000 solo per l11% ha sperimentato un contratto di lavoro a tempo indeterminato, contro il 34% degli uomini. Il 27% degli imprenditori marchigiani sono donne, pari a 64 mila nel 2002 ed hanno meno di 50 anni, titolari di imprese individuali (40%) ma anche di capitali (11%). (ade)