Text/HTML

Call us now
+123 456 7890
05/11/2003

LA REGIONE MARCHE CON ALTRE NOVE EUROPEE SI DICHIARA “OGM FREE” E RESPINGE LA POSSIBILITA’ DI UNA COESISTENZA CON LE COLTURE TRANSGENICHE. SILENZI: CHIEDIAMO IL CONTROLLO SUL 100% DELLE SEMENTI CHE VENGONO COMMERCIALIZZATE.

Non possiamo accontentarci di un controllo parziale delle sementi per allontanare il rischio delle contaminazioni da OGM: così lassessore Giulio Silenzi commenta le proposte operative del Ministero dellAgricoltura che fissano al 20% il controllo sulle sementi. Nel nostro Paese non è consentita la vendita di questo tipo di sementi sottolinea Silenzi e occorre muoversi di conseguenza: il controllo deve riguardare tutte le partite, quindi il 100% delle sementi. Per lassessore questo è lunico modo per tutelare le nostre produzioni, sia quelle convenzionali, che quelle biologiche e aggiunge che questa linea rigorosa è quella già tenuta dalla Regione, in occasione del ritrovamento di un campo coltivato a mais transgenico, circostanza in cui la Regione ha verificato che la distruzione avvenisse effettivamente. Il tema OGM è stato anche oggetto, ieri, di una riunione a Bruxelles tra le Regioni che si sono dichiarate OGM free e che hanno firmato un documento. Nella sede delle Regioni dellItalia centrale si sono infatti riunite: Marche, Toscana, Alta Austria, Aquitania e Limousin (francesi), Paesi Baschi spagnoli, il Galles, Salisburgo, la tedesca Schlesiwig-Holtstein, Tracia (Grecia). Tema dellincontro la raccomandazione della Commissione Europea del luglio scorso che riguarda gli orientamenti degli Stati membri per garantire la coesistenza tra colture transgeniche, convenzionali e biologiche. Le Regioni hanno concluso, che non è possibile realizzare e garantire la separazione tra OGM e OGM free senza compromettere irreversibilmente le produzioni biologiche, tipiche e di qualità, che escludono tassativamente nei loro disciplinari il ricorso agli OGM. Nel documento firmato si dice esplicitamente che un diverso orientamento finirebbe per compromettere il rapporto di fiducia tra produttori e consumatori, con danni evidenti alleconomia regionale. (e.r.)