Nellapprovare la normativa sul tartufo, la Regione ha inteso tutelare e qualificare il prodotto marchigiano, contro le sofisticazioni, nellinteresse degli stessi operatori del settore e dei consumatori.
Per quello che riguarda la dichiarazione di provenienza dei prodotti verranno adottate nel regolamento procedure semplificate e snelle. Questa norma è stata introdotta al fine di avviare una stima, prima di tutto quantitativa, delle capacità di produzione regionale, indispensabile per delineare una strategia di marketing e di valorizzazione. Allo stesso scopo è stata prevista una cartografia delle zone naturalmente vocate. Per lapplicazione di questa norma dovrà essere emanato un apposito regolamento, i cui contenuti verranno discussi con le rappresentanze degli operatori. Lintendimento della Regione è comunque quello di intraprendere in modo graduale lapplicazione di questa norma, evitando inutili appesantimenti burocratici. In ogni caso è del tutto ingiustificato il timore che le dichiarazioni possano essere utilizzate a fini fiscali, e a questo scopo sarà predisposta anche lapposita modulistica.
Per ciò che riguarda la normativa fiscale, che è competenza statale, ci siamo più volti attivati per sollecitare una rapida approvazione della legge attualmente in discussione al Senato. Come Regione abbiamo sempre sostenuto in tutte le sedi lesigenza di una normativa fiscale che risolva il problema del mercato sommerso e auspichiamo ancora una volta tempi rapidi per lapprovazione di questo provvedimento. La norma regionale non interferisce affatto su questo risultato, semmai consente di stimare in termini statistici le potenzialità produttive delle Marche (anche per verificare lefficacia degli investimenti pubblici nel settore) e avviare il sistema di tracciabilità e certificazione del prodotto indispensabile per una politica di valorizzazione della produzione di qualità. Noi vogliamo tutelare concretamente e valorizzare le qualità del tartufo marchigiano, e la legge è un esempio avanzato di come si può perseguire questo scopo; certi distinguo rischiano invece di lasciare questo settore nella situazione in cui versa da troppo tempo, esposto al rischio delle contraffazioni.
La legge contiene, infatti, anche una importante novità a tutela dei consumatori e degli stessi operatori: lobbligo per i prodotti contenenti (anche parzialmente) il tartufo di indicare in etichetta lelenco delle specie dei tuberi presenti e il peso del prodotto fresco utilizzato. Per evitare frodi che danneggerebbero il mercato minando la fiducia dei consumatori, la legge regionale vieta che le etichette dei prodotti ottenuti con laggiunta di aromi di sintesi possano evocare, con diciture o con immagini, il tartufo, prescrivendo inoltre che sia riportata bene in vista la dicitura prodotto contenente aromi di sintesi.
Si tratta di una norma che assieme allistituzione del marchio regionale, garantisce il consumatore e qualifica il mercato. Per questo non riesco a comprendere la resistenza della TuberAss, che dovrebbe invece sostenere limpegno regionale diretto a fare del tartufo un sinonimo di qualità certificata, contrastando ogni confusione con prodotti che nulla hanno a che fare con il tartufo e che rischiano di rovinare un mercato giustamente molto attento alla garanzia della genuinità e molto importante per leconomia di vaste aree del territorio marchigiano.
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