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17/10/2003

CONFERENZA DI ANCONA - POLITICA DI PARTENARIATO CON I PAESI DEL MEDITERRANEO E DEI BALCANI

IL RUOLO DELLE REGIONI E DELLITALIA PER UNATTENZIONE NUOVA VERSO BALCANI E MEDITERRANEO. LAdriatico non più mare che divide, ma lago dove costruire gli scambi o, quella più poetica, Adriatico, un mare dellintimità, queste definizioni hanno fatto da sfondo alla mattinata di lavori della Conferenza di Ancona. Espressioni per sottolineare una vicinanza fisica, che non può che trasformarsi in un lavoro costante per promuovere la pace, la stabilità, la crescita economica e sociale. E, oggetto dellattenzione sono non tanto i 10 Paesi che entreranno nellUnione, quanto quelli che, proprio in conseguenza dellallargamento, diventeranno vicini, prossimi, dellarea dei Balcani e del Mediterraneo. Proprio a loro è dedicato uno specifico articolo della bozza della Costituzione, lart. 56, su cui si è già raggiunto laccordo, che parla di relazione speciale dellEuropa verso di loro, per raggiungere proprio quegli obiettivi. Nella sostanza sono Paesi che diventano amici dellUnione Europea e la politica di cooperazione che gli Stati Europei svilupperanno sarà a 360 gradi, e sarà incentrata sul rispetto delle specificità e delle caratteristiche proprie di ciascun Paese: una cooperazione basata sul criterio del partenariato, completamente diversa dalla politica sviluppata in passato come elemento di aiuto dallesterno e, proprio per le sue caratteristiche di essere costruita insieme ai Paesi interessati, saranno le Regioni e le altre dimensioni territoriali a svolgere un ruolo fondamentale. Fabrizio Barbaso, direttore generale Direzione Allargamento ha spiegato così i nuovi scenari che si prefigurano, di cui la Conferenza di Ancona è un contributo; uno dei quattro delle Regioni (le altre tre conferenze sono organizzate in Puglia, Umbria e Sicilia) e che verrà portato alla Conferenza di Napoli del 2 e 3 dicembre, dove si trarranno le fila del lavoro sulla politica di prossimità, come ha ricordato Luigi Napoletano, che ha portato gli auguri di buon lavoro del Ministro degli Esteri Frattini. Il vice presidente Gian Mario Spacca ha sottolineato, che la politica della Regione Marche, da tempo, ha assunto questa nuova impostazione della cooperazione, partendo proprio dai rapporti di partenariato e quindi in linea con la Conferenza di Barcellona che, per prima, lanciava quegli obiettivi. Spacca ha ricordato il crescente protagonismo della Regione sul fronte dei rapporti con i Paesi, sia del Mediterraneo, che dei Balcani. Rapporti che iniziano con accordi di collaborazione istituzionale, per poi diventare veri e propri progetti operativi, dove entrano in campo anche altri soggetti, le Camere di Commercio, le categorie, gli imprenditori. Ha ricordato gli accordi con la Bosnia-Erzegovina, il Progetto Mostar, quello di Valona per il turismo, lo sviluppo del Mare Adriatico con la Croazia, i progetti sociali per i bambini di strada in Romania, ma anche i Centri servizi e il progetto i luoghi dellAnima, sempre in Romania, e poi il Progetto Tunisia, dove le Marche collaborano con due Regioni locali, ma anche un Progetto con limprenditoria egiziana, portato avanti dalle associazioni artigiane. Insomma un insieme di relazioni, che puntano a creare basi solide su cui stabilire la pace, il progresso, la crescita economica, con reciproco interesse. Il ruolo delle Regioni è quindi fondamentale, uno spazio che si sono conquistate: questo lo spirito dellintervento del tedesco Manfred Dammeyer, componente del Comitato delle Regioni, che ha detto che se anche non tutto è perfetto, si sta configurando una Costituzione europea, che tiene conto di questo nuovo protagonismo, riconoscendo le loro specifiche competenze e il rispetto dellautoderminazione. Dopo gli interventi di saluto, aveva preso la parola Predrag Matvejevic, intellettuale slavo, docente dellUniversità degli Studi La Sapienza di Roma che, in un intervento appassionato, ha detto delle molte incongruenze dellEuropa, che non ha unUniversità del Mediterraneo, ha un baricentro tutto continentale, che, anche nelle sue sedi di lavoro e rappresentanza, tradisce una non attenzione per il contesto, la culla, lha chiamata, dove è nata la sua cultura, il Mediterraneo appunto. E, ora, quello che hanno in comune i Paesi che si affacciano sulle rive del Mediterraneo è la loro insoddisfazione, le loro frustrazioni, i loro fantasmi. E necessario cambiare registro e, alla Conferenza di Napoli deve nascere una Fondazione Euro-Mediterranea, che deve avere sede in Italia, il Paese, che deve diventare protagonista di questa politica, perché ha la storia e la collocazione geografica per svolgere questo ruolo e, allestero, è guardata con attenzione. Quindi lItalia può dare il suo contributo per unEuropa più cosmopolitica, meno arrogante e meno soggetta allamericanizzazione. Gli ha fatto eco Antonio Meccanico, nella sua veste di presidente della Fondazione Maria e Goffredo Bellonci , Premi Strega Europeo. Meccanico ha detto che purtroppo i propositi della Conferenza di Barcellona del 1995 sono rimasti in gran parte lettera morta e che bisogna creare un Consiglio del Mediterraneo come quello dellEuropa, che riunisca i capi di Stato, e lItalia deve svolgere un ruolo di rampa di lancio verso il Mediterraneo. Nella mattinata hanno parlato anche il rappresentante della Repubblica Araba dEgitto Omar Selim (molte cose non hanno funzionato dopo Barcellona. Bisogna rilanciare il dialogo culturale) e il vice-sindaco di Valona (la mia città è cambiata, è rinata, oggi è una metropoli di 1 milione di abitanti: ci vuole molto amore e senso della comunità per fare le cose. (e.r.) FIRMATO UN ACCORDO DI PARTENARIATO CON LE REGIONI BALCANICHE Primo esempio concreto di politiche di prossimità e di partenariato territoriale. Nellambito della conferenza internazionale di Ancona, al Teatro della Muse, è stato firmato anche un accordo per la redazione di un progetto interregionale tra Abruzzo (capofila) Marche, Molise, Lazio e Calabria e tutte le regioni dellarea balcanica: Croazia, Bosnia-Erzegovina, Serbia, Montenegro, Macedonia, Albania. Erano presenti alla firma, oltre al presidente della giunta regionale Vito DAmbrosio, in veste anche di presidente dellOsservatorio interregionale sulla cooperazione allo sviluppo, gli amministratori di diverse città dellaltra sponda adriatica. Spalato e Zagabria (Croazia); Sarajevo e Banja Luka, ( Bosnia-Erzegovina); Podgorica (Montenegro) Tirana e Valona (Albania); Skopje ( Macedonia), infatti, saranno coinvolte nel progetto, finanziato con i fondi della Legge 84/2001 per la ricostruzione post bellica nei Balcani, che si chiama Agenzia del buon governo territoriale. Scopo dellaccordo di partenariato è dare assistenza tecnica e promuovere corsi di formazione per la costituzione e il rafforzamento dei servizi pubblici nelle diverse aree balcaniche. Per realizzare tali finalità sono previsti collegamenti satellitari e strutture telematiche che collegheranno le regioni italiane coinvolte e quelle balcaniche per lavorare insieme e in rete. (ade)