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22/09/2003

Convegno sulla prostituzione "Oltre le Terre di mezzo" a San Benedetto. Il dato emerso nella prima giornata. OLTRE QUATTROCENTO LE DONNE CHE OGNI GIORNO SI PROSTITUISCONO SULLE STRADE DELLE MARCHE

Sono oltre quattrocento, secondo una stima delle associazioni di volontariato, le donne che si prostituiscono quotidianamente sulle strade delle Marche. Il dato è emerso nel corso della prima giornata dei lavori del convegno nazionale Oltre le Terre di Mezzo di San Benedetto del Tronto promosso dalla Regione Marche in collaborazione con lassociazione On the Road e il Coordinamento nazionale delle comunità di accoglienza. Si tratta, per la stragrande maggioranza, di donne extracomunitarie provenienti dalla Nigeria e dai paesi dellEst europeo (Albania,Ucraina); solo una piccola parte, il 10 per cento, è costituita da donne di nazionalità italiana, mentre il 4 per cento è formata da transessuali di varia etnia. Sul piano geografico, la maggiore concentrazione si registra nelle province meridionali della regione, in particolare lungo la fascia costiera: la strada provinciale della Bonifica, al confine tra Marche e Abruzzo, San Benedetto del Tronto e la statale 16 a nord di Porto SantElpidio. Altre aree di concentrazione sono Civitanova Marche e, più a nord, Falconara Marittima, Marina di Montemarciano, Senigallia e Marotta. Per la maggior parte, sono giovani donne che hanno fino a 35 anni, con una presenza crescente di minorenni, di cui molte vittime del racket della criminalità organizzata. Secondo una stima piuttosto attendibile, si calcola che siano circa quattromila i marchigiani che, ogni giorno, si rivolgono al mercato della prostituzione su strada, per un giro di affari difficilmente quantificabile, data lestrema mobilità del fenomeno, ma di assoluto rilievo in termini finanziari anche per i risvolti legati alla sicurezza e allordine pubblico. A destare forte preoccupazione contribuisce anche la crescita incontrollabile della prostituzione esercitata negli appartamenti tramite annunci sui quotidiani e sulle riviste specializzate e quella legata alla comunicazione via Internet. La dimensione del fenomeno è tale da sottrarsi ad ogni tentativo di censimento e di controllo, spiega Marco Bufo, coordinatore di On the Road, una delle tre associazioni delle Marche che, insieme a Regione, Province, Comuni, Questure,Prefetture e ai volontari di Free Woman e della comunità Papa Giovanni XXIII, si battono per il recupero delle donne che si prostituiscono sulle strade. Ad aggravare ulteriormente la situazione contribuiscono non poco la recente legge Bossi-Fini sullimmigrazione che inasprisce gli interventi di natura repressiva e il disegno di legge del ministro Prestigiacomo che, criminalizzando la prostituzione sulla strada, legalizza di fatto lo sfruttamento della prostituzione: In questo modo - sottolinea Bufo le associazioni di volontariato avrebbero meno possibilità di entrare in contatto con le prostitute che esercitano la professione in appartamento, rendendo impossibile lintervento degli operatori sociali. Inutili spesso anche i tentativi degli enti locali di far fronte al fenomeno come ad esempio Consigli comunali aperti, illuminazione notturna delle strade, divieti di sosta, manifestazioni di protesta, ordinanze contro laccensione dei fuochi. Tutti deterrenti che, da soli, non funzionano: occorrono altri interventi basati su rapporti di stretta collaborazione tra istituzioni, enti e associazioni, spiega Emidio Mandozzi, sindaco di Spinetoli, uno dei tre Comuni della Vallata del Tronto oltre a Castel di Lama e Monteprandone - maggiormente coinvolti nel fenomeno della prostituzione lungo la strada della Bonifica. Ma soprattutto cè bisogno conclude - di nuove strategie di intervento e di mezzi che agevolino le attività di recupero e la lotta contro le organizzazioni criminali che sostengono il fenomeno. (s.p.)