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17/09/2003

CODICE ROSSO. CONVEGNO NAZIONALE DELL’ANCI SULLA PROTEZIONE CIVILE. I COMUNI MOTORI DEL SISTEMA. D’AMBROSIO, NO AL CONDONO: “SE ABBANDONIAMO COLLINE E MONTAGNE CI VENGONO ADDOSSO”.SPACCA: L’80% DEI COMUNI HA ADOTTATO UN PIANO.

I Comuni veri protagonisti della macchina della Protezione Civile, non solo per intervenire tempestivamente nellaffrontare le emergenze, ma per fare opera di prevenzione, monitorando il territorio. Questo il tema del I Convegno nazionale dei Comuni sulla Protezione Civile, apertosi questa mattina al quartiere fieristico di Ancona, alla presenza di Maurizio Balocchi, sottosegretario agli Interni, un appuntamento destinato a diventare annuale e a essere ospitato, alternativamente, da Ancona e Perugia: infatti lANCI ha deciso che saranno le due Regioni, che hanno vissuto il terremoto e sono impegnate nellopera di ricostruzione, a essere in prima linea su questa materia. E sulla prevenzione ha aperto il presidente dellANCI e sindaco di Ancona, Fabio Sturani, che ha invitato il Governo a essere conseguente: il giusto provvedimento adottato dopo il crollo della scuola di San Giuliano, di mettere in sicurezza tutti gli edifici scolastici, non ha risorse. Vi pare questa prevenzione? Così come non cè certezza di risorse per terminare la ricostruzione. Si è poi detto contrario al condono edilizio, perché premia i furbi, che danneggiano lambiente, mentre il dissesto del territorio va avanti. Il tema del condono edilizio è ricorso anche in altri interventi, quello del rappresentante dellANCI dellUmbria e, del presidente Vito DAmbrosio, che ha detto di essere fortemente contrario, è diseducativo e rappresenta labbandono del territorio da parte del Governo. E, se la collina e la montagna vengono abbandonate ha affermato ci inseguono e ci vengono addosso. E, ancora efficacemente: frane, alluvioni, devastazioni, non sono né di destra né di sinistra: per fronteggiare le calamità naturali e, ancor più per prevenirle, ci vuole una rete e un sistema delle Istituzioni, in grado di fare sinergia anche con altri soggetti, per valutare, facendo appello alle diverse competenze e professionalità, quali sono i modelli più efficaci da mettere in campo. E ha citato lesperienza, nella ricostruzione, delle Marche che hanno adottato un modello che viene preso ad esempio. Naturalmente, bisogna che lo Stato destini risorse adeguate. Il vice-presidente Gian Mario Spacca, che ha la delega della Protezione Civile, ha detto che il processo di decentramento ha innovato la cultura della Protezione civile, che comprende non più solo lemergenza, ma la prevenzione e la fase della post-emergenza e, in questo quadro i Comuni sono i veri registri del processo per tutelare la incolumità delle persone e la salvaguardia dei beni e delle infrastrutture. Su questo fronte le Marche sono allavanguardia ha detto Stacca l80% dei Comuni ha un piano di protezione civile, tutte le Province e alcune Comunità montane: questa organizzazione, messa alla prova è in grado di arginare le calamità (vedi incendi boschivi,ndr). Spacca ha poi ricordato che la Regione Marche è stata tempestiva nellemanare la legge regionale, è del dicembre 2001, a poco più di un mese di distanza dalla emanazione della legge statale 401/2001 e dalla entrata in vigore della modifica del titolo 5° della Costituzione. Anche Spacca ha parlato di ricostruzione, denunciando la carenza di risorse statali: è indispensabile che le risorse vengano previste, non solo per assicurare il completamento degli interventi ma, anche e soprattutto, per consentire il percorso di messa in sicurezza di un territorio che presenta indici di rischio sismico molto elevati. Ha concluso i lavori della mattinata il Sottosegretario Maurizio Balocchi, che ha spiegato lorganizzazione e la legislazione nazionali, sottolineando di essere daccordo con il fatto che la Protezione Civile non deve fare questioni di schieramento. E, a questo proposito, ha portato alcuni dati che riguardano in particolare i vigili del Fuoco: da quando ho assunto quella responsabilità, ha detto, sono 78 i nuovi distaccamenti decisi, 46 già operativi, di questi 10 sono in Emilia Romagna, dove ne sono previsti altri 13. Così pure ha detto di avere messo a disposizione dei mezzi dei vigili del fuoco, nuove risorse per assicurare la manutenzione. (e.r.) PROTEZIONE CIVILE - LA SITUAZIONE NELLE MARCHE La legge regionale delinea la protezione civile come sistema, disciplinando le funzioni di tutti i soggetti interessati, secondo il principio di sussidiarietà. Lattuale situazione si può riassumere nei seguenti dati: - circa l80% dei 246 comuni ha elaborato od aggiornato il piano comunale; - alcune comunità montane hanno approvato piani intercomunali; - in tutte le province marchigiane è stato approvato il piano provinciale, - ad Ancona il piano provinciale è stato approvato anche dal consiglio provinciale e sottoscritto dal Prefetto; - in tutte le province si stanno realizzando le SOI, sale operative integrate tra comune capoluogo, provincia ed ufficio territoriale di governo; - il volontariato di protezione civile è composto da 69 associazioni e 79 gruppi comunali, a cui si aggiungono 39 sedi della Croce Rossa Italiana, 47 associazioni ANPAS e 6 sezioni del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleo; - gli uffici territoriali di governo hanno predisposto i piani per le aziende a rischio di incidente rilevante ed i piani provinciali per le emergenze biologiche, chimiche, nucleari e radiologiche; - sono in corso di revisione ed aggiornamento i piani di emergenza intraospedaliera massimo afflusso feriti (PEIMAF) di tutte le strutture sanitarie pubbliche presenti nel territorio regionale; - lENAC direzione circoscrizione aeroportuale di Ancona ha recentemente aggiornato i piani di emergenza aeroportuale; - nel luglio 2002 è stato approvato il piano regionale per la programmazione delle attività di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi, predisposto ai sensi della legge 353/2000 congiuntamente con il Corpo Forestale dello Stato e con la collaborazione del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e di ANCI, UNCEM e UPI; - dal luglio 2001 è attiva senza soluzione di continuità la SOUP, sala operativa unificata permanente, quale unica struttura in ambito regionale attiva per tutte le problematiche di protezione civile. Il Servizio regionale Protezione Civile e Sicurezza Locale, dipende direttamente dal Presidente della Giunta, ha il vice Presidente come assessore delegato, è operativa senza soluzione di continuità, è articolata nelle cinque seguenti sezioni: amministrazione generale; previsione, prevenzione e volontariato; sala operativa, sistemi informativi e trasmissivi, centro funzionale; emergenze ed interventi; polizia locale e sicurezza. Con questa organizzazione la Regione si è posta come soggetto di collegamento tra tutti gli attori del sistema, cercando di erogare quei servizi di rete che sono indispensabili per larmonica gestione della previsione, della prevenzione e delle emergenze.