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09/07/2003

PROGETTO REGIONALE SULL'ICTUS

Le Marche sono all’avanguardia nella definizione di un percorso assistenziale ottimale per prevenire e curare l’ictus. Una malattia dell’encefalo che rappresenta una delle principali cause di decesso nei paesi industrializzati: un terzo degli ammalati muore, la rimanete quota manifesta disabilità più o meno evidenti. Circa 5 mila marchigiani sono colpiti, ogni anno, da questa patologia e venticinque mila sono i sopravissuti all’ictus. La malattia colpisce principalmente gli anziani settantenni, ma questo non significa diminuire l’attenzione, perché l’età media dei marchigiani è molto elevata e, quindi, l’incidenza è superiore ad altre regioni. Un problema rilevante, che la Regione Marche intende contrastare attraverso un’assistenza adeguata ai malati, omogenea su tutto il territorio. L’obiettivo è quello di creare un’unità dedicata alla patologia dell’ictus in tutti e 13 gli ospedali di rete, in modo da migliorare la sopravvivenza degli ammalati e limitare la disabilità nei sopravvissuti. Il progetto risulta tra quelli prioritari previsti dal Piano sanitario regionale 2003-2005 e punta a qualificare l’offerta sanitaria delle patologie più rilevanti: oltre all’ictus, l’infarto miocardico, la protesi dell’anca, la maternità, le nefropatie croniche, le gravi insufficienze respiratorie. Entro il 2004, per queste malattie, verranno individuati profili assistenziali uniformi in tutto il territorio regionale. Il programma, che è stato premiato – nel 2001 – al Forum della pubblica amministrazione come ”il più innovativo”, è in fase avanzata nel settore dell’ictus ed è stato presentato alla Facoltà di medicina di Ancona dal direttore dell’Agenzia regionale sanitaria, Francesco di Stanislao, e dai coordinatori del protocollo. Presenti – tra gli altri - Leandro Provinciali, ordinario di neurologia della Facoltà dorica; Alessandro Rappelli, dipartimento medicina interna, Azienda Ospedaliera Umberto I, e Osvaldo Scarpino, primario neurologico dell’Inrca. Il gruppo di lavoro regionale sull’ictus, che ha elaborato i profili di assistenza garantiti dal servizio sanitario regionale, è composto da 65 operatori interdisciplinari (medici, infermieri, personale tecnico). Ha lavorato tre mesi, producendo “raccomandazioni” che abbracciano tutti gli aspetti della patologia, attraverso a una revisione della letteratura scientifica nazionale e internazionale. Tre i livelli assistenziali che vanno assicurati in maniera uniforme: fase acuta, riabilitazione, prevenzione. Nella fase acuta si privilegia la tempestività della diagnosi e del trasporto del paziente in ospedale. In quella riabilitativa, l’accessibilità alle prestazione e la loro continuità. La prevenzione punta, infine, al controllo dei fattori di rischio. Entro la fine dell’anno partirà una campagna stampa di informazione, che coinvolgerà i cittadini e i medici di base. Lo scopo è quello di far conoscere i sintomi della malattia (paresi di un braccio, del volto, difficoltà di linguaggio…) e le modalità di prevenzione (non fumare, dimagrire, controllo del colesterolo, della pressione arteriosa e del colesterolo…). Una ricerca su una popolazione selezionata di Fermo, San Benedetto del Tronto e Macerata, ad esempio, ha evidenziato come il 50% delle persone che frequentano il laboratorio di emodinamica, e quindi sono a rischio, non hanno la consapevolezza dei sintomi e dei fattori che possono esporre alla malattia. Una lacuna che si cerca di colmare con una maggiore informazione. Dal prossimo mese di settembre, 250 operatori (in tutte le Aziende delle Marche) saranno impegnati a definire – entro la fine dell’anno – le modalità di attuazione delle raccomandazioni regionali, per poi avviare, da gennaio 2004, il monitoraggio delle modalità assistenziali e dei risultati ottenuti, allo scopo di garantire a tutti i marchigiani, indipendentemente dalla città di residenza, standard assistenziali uniformi.