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07/07/2003

Convegno di Pesaro D’AMBROSIO: “LA SFIDA DI OGGI E’ GARANTIRE DIRITTI ALLE FASCE DEBOLI, SENZA DISTINZIONI GEOGRAFICHE”

PESARO, 5 luglio. “Progettare soluzioni per il problema dell’assistenza agli anziani è la cartina al tornasole del buon equilibrio di una società avanzata.”. Così il presidente della giunta regionale, Vito D’Ambrosio, concludendo la prima giornata del convegno “Anziani e non autosufficienza”, in corso a Pesaro. “ Una questione dirimente e trasversale, quella degli anziani e delle fasce fragili - ma bisogna intendersi sulle scelte politiche di fondo: la sfida, non di domani, ma già di oggi, è costruire uno ‘zoccolo duro’ per poter garantire i diritti fondamentali a tutti, dal Nord al Sud. Quei livelli essenziali di assistenza che non sono solo le prestazioni socio-sanitarie , ma i veri, effettivi diritti di cittadinanza.” “Bisogna costruire quindi un’organizzazione dello Stato – ha proseguito il presidente- che non produca diversità di diritti o di aspettative. E’ facile dire, come ha fatto il ministro Sirchia, che “non bisogna affrontare il problema del deficit sanitario con mentalità ragionieristica” , quando poi Tremonti stringe sempre più i cordoni della borsa.” D’Ambrosio ha poi polemizzato contro il ministro dell’Economia che più volte ha accusato le Regioni di sprecare risorse: “ Non è vero questo identikit che circola sulle Regioni “sprecone”, mentre a livello centrale c’è chi, notte e giorno, come formiche, mette uno sull’altro milioni di euro per cercare di far fronte ai bisogni del Paese. Non è così.” “Occorre un patto di cittadinanza reale – ha ribadito D’Ambrosio- altrimenti andremo allo scontro politico sempre più duro. Siamo pronti, come Regioni, ad assumerci tutte le responsabilità nei confronti dei cittadini, ma solo se potremo disporre delle risorse che ci spettano e che, invece, ancora lo Stato tarda a trasferire. E’ necessario avere di fronte un interlocutore affidabile, per poter assicurare i servizi ai cittadini e soprattutto alle fasce più deboli.” “Siamo contrari – ha proseguito il presidente- all’assicurazione privata sanitaria, perchè è solo e unicamente lo Stato che deve garantire omogenee prestazioni sul territorio. Per questo bisogna pensare ad una politica fiscale diversa che abbia alla base il principio del federalismo solidale e universalistico.” “Di fronte ad una società che invecchia, bisogna correre ai ripari per evitare il rischio che diventi una comunità chiusa, isolata ed egoista. Il modo è rispondere alle esigenze degli anziani, soprattutto facendoli diventare codecisori delle scelte che investono i loro interessi. Ed è proprio quello che sta facendo la Regione Marche, chiamando alla partecipazione il maggior numero di soggetti. Non è necessario per questo un grande impiego di risorse finanziarie, ma un atteggiamento culturale e politico diverso che veda gli anziani attori di un copione da scrivere insieme.” “Siamo di fronte ad una nuova generazione di problemi”, - ha detto l’assessore regionale alla Sanità, Augusto Melappioni, in apertura della seconda giornata del Convegno, dicendosi orgoglioso di appartenere a questa regione che nelle politiche socio-sanitarie rappresenta ancora un modello. “ Nel Piano Sanitario regionale- ha proseguito- abbiamo perciò introdotto il concetto di fragilità. Partendo cioè dalla consapevolezza che esiste una fascia attiva di popolazione, ma non più in attività, che è diventata un elemento di forza del sistema. Un altro concetto cardine del Piano è che il servizio sanitario più diventa personalizzato e più è efficiente, consentendo nel contempo di razionalizzare le risorse. Un percorso complesso, quello della personalizzazione e dell’appropriatezza dei servizi che passa attraverso la cultura medica e la responsabilizzazione della classe medica: la non autosufficienza nasce anche dai limiti dei medici. Ma bisogna anche valorizzare e sostenere la risorsa -famiglia e il ruolo delle tante organizzazioni di volontariato. “Infine- ha sostenuto Melappioni- il rapporto pubblico-privato va inteso come sistema di governance che sia il risultato di unitarietà di intenti e di azioni, ma con una regolazione del sistema che garantisca equità. Solo con una regia da parte del settore pubblico è possibile mantenere competenze professionali e qualità delle prestazioni anche alle fasce fragili.” (ad’e)