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07/07/2003

Pesaro. Convegno Europeo “Anziani e non autosufficienza” NEL 2051 TRE NONNI PER UN NIPOTE

PESARO. Tra circa cinquant’anni nella nostra regione, il rapporto sarà di tre nonni per un nipote (ora è di 1,7 nonni per un nipote). E per ogni persona che lavorerà, una starà a casa. Nel 2002 la media è di due soggetti attivi per uno che non lavora ( sia esso giovane che anziano). Sono alcune tra le stime più interessanti fornite dall’analisi socio –demografica, illustrata nel corso del Convegno “Anziani e non autosufficienza”, in corso a Pesaro, dal direttore dell’Agenzia Regionale Sanitaria, Francesco Di Stanislao. “Secondo i dati emersi da un recente studio a carattere interregionale- ha rilevato il direttore dell’ARS- le Marche, come è ormai noto, sono la regione più longeva di Italia ed anche sopra la media nazionale per numero di anziani, rispetto alla popolazione. Attualmente il 21% della popolazione marchigiana è anziana ( oltre 65 anni) e nel 2051 si arriverà al 35%. Occorre, allora, ripensare complessivamente tutto il sistema del welfare e affrontare fin da ora la programmazione di interventi., ha affermato Di Stanislao aggiungendo: “L’attesa di vita nelle Marche ( la seconda dopo il Ttrentino) per i 65enni è di 16 anni per gli uomini, e di 20 anni per le donne, ma quest’ultime sono più colpite , rispetto ai mariti, da disabilità. 7000 gli anziani che hanno perso una capacità semplice: in ordine graduale: lavarsi, vestirsi, andare in bagno, alimentarsi. Un bisogno di assistenza che nelle Marche è garantito in gran parte dalla famiglia, una struttura sociale da noi ancora molto forte, perché non esiste , come in altre realtà del Nord, l’espulsione dell’anziano dalla famiglia e vi è un ottimo rapporto intergenerazionale. Ma il carico dell’assistenza è soprattutto sulle donne e ancor più su quelle che lavorano. Un aspetto da tenere in forte considerazione… ” “ Il Piano sanitario, recentemente approvato, - ha ricordato Di Stanislao- ha previsto una serie di azioni per rivedere il sistema delle residenze sanitarie, ( le attuali case di riposo) dove la situazione attuale è molto eterogenea, perché vi sono ospitati sia anziani con capacità fortemente ridotte e con bisogno assiduo di assistenza, sia quelli che non hanno situazioni particolarmente gravi. Bisogna allora ricondizionare le residenze sanitarie, demedicalizzare, sostenendo e potenziando tutto ciò che attiene ai servizi domiciliari ( dalla famiglia alle badanti), sia per ridurre i costi ma, soprattutto, per mantenere agli anziani il livello di qualità di vita che oggi nelle Marche è ancora buono. Bisogna variare l’offerta di servizi, spostando risorse dal livello ospedaliero a quello delle prestazioni assistenziali, come ha previsto il Piano sanitario regionale, che prende in considerazione tutto l’arco della vita anziana , dal momento della pensione, nell’ottica della prevenzione. Un progetto obiettivo molto allargato che considera tutti i punti di criticità: non solo i problemi e le patologie fisiche, ma anche il buon equilibrio psicologico dell’anziano.” “Non è la moltiplicazione dei servizi che può coprire la complessità dei bisogni, ma la costruzione di un sistema di “rete sociale” che veda la partecipazione di tutti.” Lo ha sostenuto Renzo Scortegagna docente di Sociologia dell’organizzazione all’Università di Padova, nella sua relazione “ Dal welfare centralizzato alle politiche di prossimità sociale” . Scortegagna ha poi sottolineato la necessità di non ridurre il vasto problema degli anziani e della non autosufficienza alla sola questione dei “servizi”. Sussidiarietà quindi, partecipazione dei territori, sviluppo di atteggiamenti di vicinanza sociale, per affrontare con strumenti nuovi problemi sempre più complessi. La nuova frontiera delle politiche sociali sta nella tutela dei diritti e nella costruzione di percorsi personalizzati.” L’onorevole Katia Zannotti, della Commissione affari sociali della Camera ha illustrato la proposta di legge per l’istituzione di un Fondo nazionale per anziani non autosufficienti. “ La Commissione – ha detto la parlamentare- è riuscita a fare un grosso lavoro di integrazione : il testo unico di cui oggi disponiamo è il frutto della sintesi di 5 testi molto diversi per principi e per criteri, che rispecchiavano ovviamente gli orientamenti politici di chi li aveva presentati: DS, Rifondazione Comunista, Margherita, Forza Italia, Alleanza nazionale. Siamo riusciti a trovare punti di condivisione su due aspetti fondamentali: la necessità di istituire il Fondo e la condivisione dell’impianto che è altrettanto importante. Si basa infatti sul principio che il sistema di protezione sociale della non autosufficienza debba essere universalistico, cioè garantito a tutti e su tutto il territorio nazionale. Un altro punto importante del testo legislativo è l’aver dato prevalenza alla domiciliarità delle prestazioni, a garantire di più e di diversa tipologia rispetto ad oggi.“ ( ad’e) Altri dati socio -demografici: 316 mila gli anziani sopra i 65 anni nel 2001; (148 mila oltre i 75.) Di questi 133 mila sono uomini e 183 mila donne. Dall’indagine “Argento” sulle patologie ad alto impatto sociale risulta che la percentuale di persone che vivono sole aumenta con l’aumentare dell’età. Sono in particolare donne dai 75 anni in su ( il 27%). Negli uomini la solitudine pesa 1/3 rispetto alle donne. Ma la percentuale di soggetti che vivono soli nelle Marche è una delle più basse d’Italia, questo perchè la famiglia tende a tenere in casa l’anziano. La percentuale di totalmente autosufficienti ( nessuna disabilità) tra i 65 e gli 84 anni è del 70% circa; il 23% ha una disabilità lieve, il 3% non è autosufficiente, ossia disabile in tutte le attività quotidiane, quelle da svolgere obbligatoriamente per vivere senza assistenza, secondo la scala ADL La percentuale di totalmente autosufficienti nelle Marche è del 76%, circa il 20% ha bisogno di aiuto nello svolgimento di almeno 1 attività ( dipendenza parziale) , mentre il 3,5% è gravemente dipendente .