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07/07/2003

"TURISMO RURALE E PRODOTTI TIPICI"

Il turismo rurale rappresenta un valore aggiunto del turismo regionale. Soprattutto oggi che è cambiato il modo di concepire la vacanza: al posto di un lungo periodo di riposo, vengono preferiti soggiorni brevi. Spesso ispirati a un tema dominate, come l’enogastronomia o la cultura. L’organizzazione di iniziative promozionali, che esaltino i prodotti tipici marchigiani, può rappresentare, allora, una spinta o una molla per far scegliere i nostri borghi come luoghi di villeggiatura ideali. Di tutto questo si è parlato a Montecarotto (AN), nel corso del Convegno dedicato al “Turismo rurale e prodotti tipici”. Un appuntamento organizzato dai Servizio Turismo e Agricoltura della Regione Marche, nell’ambito della 16a Edizione di “Verdicchio in Festa”, manifestazione promossa dall’amministrazione comunale cittadina. “La qualità e la tipicità dei nostri prodotti – ha affermato l’assessore regionale al Turismo, Lidio Rocchi – rappresentano la nuova risorsa del turismo marchigiano. Specie se sapremo legarle al territorio, evidenziando l’identità che le collega alle tradizioni e al patrimonio delle comunità locali”. Non è però sufficiente – ha ammonito Rocchi – disporre di tradizioni enologiche e gastronomiche o avere un patrimonio culturale di grande importanza, per essere identificati come un prodotto turistico appetibile. “Occorre – è il suo ammonimento – che tutte le potenzialità di un territorio, pur conservando la propria peculiarità, non rimangano singoli prodotti turistici, ma diventino un sistema integrato e organizzato, tale da rappresentare un’offerta ben strutturata e disponibile sul territorio”. Un impegno che deve coinvolgere pubblico e privato, aggregando, in primo luogo, le amministrazioni locali. L’obiettivo è quello di promuovere un “turismo delle località”, capace di offrire enogastronomia e shopping a coloro che preferiscono soggiorni e vacanze alla scoperta dei sapori e dei profumi genuini della terra. Le Marche, indubbiamente, non sono all’anno “zero”. Agriturismo e turismo rurale rappresentano già una realtà consolidata. I dati (aggiornati a giugno 2003) registrano, nella regione, la presenza di 408 aziende agrituristiche autorizzate, con 944 camere e 326 appartamenti, per un totale di 6.309 posti letto e 9.703 posti tavola nei ristoranti agrituristici. Se pensiamo, però, alla Toscana (dati 2001), con le sue 2.262 aziende agrituristiche e 26.173 posti letto - ha commentato Ferdinando Avenali, presidente 3 Commissione della Regione Marche – “comprendiamo quanto spazio di crescita abbiamo e quanto questo processo possa rappresentare la risorsa fondamentale, in termini di occupazione e di reddito agricolo, per le zone interne e montane della nostra regione”. Soprattutto ora che la riforma della Politica agricola comune (approvata dalla Ue il 26 giugno scorso) privilegia un sostegno alle imprese, sganciato da ciò che esse materialmente producono. Le aziende, in sostanza, dovranno saper competere sul mercato, percependo dall’Unione solo un contributo per il presidio del territorio, la sua tutela e per la capacità di offrire servizi. “Nelle Marche - ha concluso Avenali - occorre favorire questo processo. Consapevoli che sia la strada migliore per una crescita qualitativa e quantitativa del turismo, in primo luogo nelle zone interne e montane, e per valorizzare il nostro territorio con le sue bellezze ambientali e monumentali, per dare più voce alla cultura che lo stesso esprime, per promuovere le produzioni tipiche e di qualità che la nostra agricoltura ha dimostrato di saper realizzare e, conseguentemente, per integrare il reddito degli agricoltori: figure centrali di questo importante processo”. Un invito che trova conferma nello “squilibrio” marchigiano tra la presenza turistica lungo la costa (circa l’80%) e nelle zone interne (circa il 20%), nonostante che quest’ultima domanda sia in forte crescita, in particolare tra gli operatori e i turisti stranieri. “In un’economia fortemente segnata dalle produzioni di massa – ha affermato l’assessore regionale all’Agricoltura, Giulio Silenzi – l’attività agricola offre un’ampia gamma di beni capaci di soddisfare molteplici esigenze. In questo senso, il vino e gli altri prodotti enogastronomici non sono solo un pretesto per girovagare alla scoperta di qualche località interessante, ma rappresentano chiavi di lettura del territorio, per scoprire i valori naturalistici che racchiude e le ricchezze di cui dispone. L’offerta di turismo agricolo, allora, costituisce un valido strumento per orientare le scelte di quel mercato che ancora classifichiamo di nicchia, ma che in realtà ha notevoli potenzialità di sviluppo”.