Text/HTML

Call us now
+123 456 7890
04/06/2003

Inchiesta del Corriere della Sera sul magazine “Io Donna” ASILI , NELLE MARCHE FUNZIONA IL PUBBLICO

“Nelle Marche funziona il pubblico”. Così nel sommario di un’inchiesta sugli asili nido in Italia , nell’ultimo numero del magazine del Corriere della Sera, “Io Donna”. “Chiedo Asilo” è il titolo dell’articolo che dedica alle Marche oltre settanta righe, foto e commenti lusinghieri. “Una galassia” , quella degli asili nido, dice Marzio G. Mian in apertura dell’articolo “dove occorrerebbe girare con l’interprete, perché nei servizi per l’infanzia si usa un linguaggio meno comprensibile degli strambolotti dei bimbi. A cominciare dai ministero del Welfare…”. L’inchiesta continua con una breve panoramica italiana: Milano, dove la riduzione dei fondi sta creando liste d’attesa per mille famiglie alle scuole materne, Torino, dove sono 2365 i bambini che aspettano di entrare in asilo, Palermo, in cui dilagano i baby parking privati, Firenze, con 800 bambini nelle liste d’attesa, nonostante i nidi domiciliari sperimentali. “Eppure – continua l’autore- incontrando chi parla chiaro ( in genere i più competenti) si scopre per esempio che “Stato” non è sempre un participio passato . E che la parola “pubblico” ha ancora diritto d’asilo. Negli stessi giorni in cui Tiziana Maiolo lanciava a Milano l’allarme per il bilancio in rosso, la Regione Marche andava in direzione opposta. La terra di Maria Montessori, guidata dal centrosinistra e nuovo modello di sviluppo economico, in competizione con il Nord est, il 13 maggio ha varato una legge che ha introdotto nuovi servizi per l’infanzia , proprio il “ Tempo per le famiglie”. Sulla scia del successo di quello avviato da Comune di Ancona…” L’articolo prosegue con il commento dell’assessore regionale ai servizi sociali, Marcello Secchiaroli, unico amministratore regionale ad essere intervistato. “ L’infanzia è una priorità – esordisce Secchiaroli- soprattutto quella degli asili nido, molto costosi e i miei colleghi di giunta si guardano bene dal sottrarmi fondi…” Oltre agli undici milioni per i minori handicappati– sottolinea il giornalista – la legge è stata finanziata con otto milioni di euro. “ Basta volere e i soldi si trovano, afferma Secchiaroli- e non abbiamo attinto al Fondo sociale nazionale… a noi spettano 23 milioni, ma paradosso della devolution, a Roma ci dicono di spenderli per le giovani coppie sposate. Potremmo non avere questa priorità nelle Marche, poiché le coppie marchigiane non sposate nelle Marche sono il 50%.” “ Per attingere ai 10 milioni di euro – prosegue l’assessore - destinati all’avvio dei nidi aziendali, bisogna fare domanda a Roma. Ma anche i nidi aziendali non sono una nostra priorità.” Secchiaroli poi ammette che non si può fare a meno del privato-sociale ma “ temo il privato fai-da-te che trasforma i nidi in parcheggi. Potrà funzionare a Milano dove chi è disposto a pagare 250 euro per un posto auto è pronto a pagarne di più per “parcheggiare” un figlio. Ma le leggi del mercato e della concorrenza stiano alla larga dall’infanzia.” Una frase quest’ultima che l’articolista ha evidenziato in neretto. L’inchiesta prosegue prendendo in esame Pesaro: 90 mila abitanti, ben 14 asili nido, otto gestiti direttamente dal Comune e sei convenzionati con cooperative sociali. Preso ad esempio il Lilliput, una struttura dove gli arredi sono stati donati dagli artigiani locali. Di Maria Pia Gennari, assessore comunale di Pesaro, il giornalista dice “ ossessionata dalla qualità, tanto che ha imposto un educatore ogni quattro lattanti” mentre la media nazionale è di uno a sette. “ Un modello Marche anche negli asili, dunque, come sottolinea Valeria Sartori - coordinatrice pedagogica del Comune di Pesaro- che ha soppiantato il mitico “ sistema Reggio Emilia”. ( ad’e)