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27/05/2003

ESPORTARE IL NOSTRO KNOW HOW AMBIENTALE, INCONTRO IN REGIONE CON UNA DELEGAZIONE DI SCIENZIATI VIETNAMITI

Arrivano dal Vietnam e sono un gruppo di scienziati e rappresentanti di quel Governo che da due anni collabora con l’Istituto di Scienze del mare dell’Università di Ancona, per acquisire il know how necessario a realizzare un sistema di aree protette marine. Sono stati ricevuti da alcuni fra i responsabili dell’Assessorato all’ambiente, Isarema Cioni (Dirigente Servizio aree protette e rifiuti), Leonardo Polonara e Marcello Principi, oltreché dall’addetto alla comunicazione del Presidente della Giunta, Nazzareno Re. Do Cong Thung, Tran Duc Thanh e Nguyen Van Tien sono ricercatori e dirigenti delle strutture di ricerca ecologica marina (ad esempio l’Istituto di oceanografia) o del Ministero e stanno lavorando all’evoluzione del sistema d’integrazione socio-ambientale delle coste. In particolare sono interessati al progetto CIP (Coste italiane protette): il programma di gestione e integrazione ambientale nazionale ideato nelle Marche. “Internazionalizzare questo progetto – ha detto il Direttore dell’Istituto universitario di Ancona, Massimo Sarti – e non confinarlo alle coste italiane e marchigiane, è naturale e rientra nei fini della nostra azione in contatto con varie strutture mondiali. In sostanza l’Università sta collaborando a una sorta di CIP all’estero per il quale ha ottenuto finanziamenti dal Ministero per entrare nella fase operativa. I nostri sistemi ambientali di gestione integrata della costa, ingessata e rigida a causa dell’antropizzazione, possono interagire con quelli di Paesi in via di sviluppo che stanno affrontando problemi vissuti da noi 50 anni fa.” Alle domande degli scienziati vietnamiti ha risposto Isarema Cioni partendo dall’azione sviluppata dalla Regione in questi anni: “Innanzitutto bisogna creare sensibilità sugli obiettivi fra la gente e le forze amministrative ed economiche: senza consenso e mediazione fra gli interessi legati all’antropizzazione del territorio e il rispetto dell’ambiente, non si fa niente. L’ambiente è una risorsa che deve essere valorizzata. Nel conteso asiatico o di altre aree similari occorre fare attenzione che lo sviluppo integrato sia d’impulso allo sviluppo economico locale evitando quello multinazionale, troppo economicistico. Si tratta di armonizzare le forme e le azioni di intervento, con l’obiettivo di tendere alla qualità di tutti i fattori, economici, produttivi e ambientali, autoalimentando lo sviluppo interno alle aree protette.” (fb)