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02/05/2003

QUALI DIRITTI PER I MINORI?

Ho provato molte volte come psicologa, come insegnante e come mamma ad interrogarmi su quali siano per i minori i loro diritti. Sì, perché quali siano per i grandi i diritti dei minori è ormai scritto in tanti documenti, convenzioni, trattati e libri, ma cosa i minori intendano per loro diritto è forse più complicato e probabilmente costituisce la chiave per svolgere azioni positive a garanzia dell’infanzia e l’adolescenza. Credo che un minore consideri un diritto per sé quello ad essere felice, a vivere in famiglia, a crescere in un ambiente sano, a giocare con i propri amici, ad avere sempre risposte alle sue domande, ad essere ascoltato. Ritengo inoltre che un minore consideri un proprio diritto fidarsi delle persone che lo circondano, guardare la televisione senza problemi, avere opportunità per mostrare le proprie abilità, provare emozioni e vivere la propria età senza fughe indietro o in avanti. E’ attraverso quotidiane esperienze e indispensabili dinamiche relazionali che il soggetto in formazione costruisce una propria identità personale e sociale. Da ciò il diritto di trovare punti di riferimento autorevoli in adulti capaci di dare segnali precisi e decodificabili ai quali il minore, in rispetto dei suoi fisiologici tempi di maturazione, può adattarsi od opporsi ma non ignorare Garantire questi diritti è dovere di ogni comunità civile e sembrerebbe cosa scontata e condivisa se non fosse che la realtà quotidiana presenta invece ripetute violazioni e minacce che da un lato le istituzioni e dall’altro le famiglie sono chiamate costantemente a fronteggiare. Garantire il diritto ad essere minore è a mio avviso uno dei compiti più importanti della nuova figura istituita dal Consiglio Regionale delle Marche con legge regionale n.18/2002: quella appunto del Garante Regionale per l’Infanzia e l’Adolescenza. L’Ufficio del Garante, in un territorio come le Marche, caratterizzato ancora da una significativa coesione sociale e da un radicamento del valore della famiglia, ha la fortuna di inserirsi nella fitta rete di servizi sociali già istituiti ed avviati. Sono convinta però che le sfide della modernità, del cambiamento repentino dei costumi, delle innovazioni tecnologiche, del rimescolamento dei valori porti a sconvolgere spesso a travolgere diritti elementari e doveri irrinunciabili. Sorvegliare, contribuire a promuovere una cultura in cui il minore diventi soggetto di maggiore tutela nell’ottica della prevenzione, garantire inoltre costantemente il rispetto dei diritti e l’osservanza dei doveri e assicurare una funzione di ascolto attivo è compito della nuova figura del Garante. Quindi nessun doppione con iniziative già in atto, bensì impegno a coordinare e coordinarsi con l’esistente, a progettare azioni di maggior garanzia per i minori del nostro territorio, a concorrere a rafforzare strutture di prevenzione e sostegno, a promuovere sinergie collaborative mettendo in rete le esperienze più significative. Gli ambiti territoriali socio assistenziali, le scuole e tutte le più importanti agenzie educative e di controllo unitamente al mondo della cooperazione sociale e del no profit devono sempre più trovare coerenza di azione, concertando le risorse e superando ciò che è spesso un difetto nella comunicazione e la conseguente difficoltà a cooprogettare. Il minore respira le incoerenze e spesso per sfida le fa proprie. Il mio impegno, dunque, nell’assumere questo ruolo nuovo ed importante di Garante per i minori della nostra regione sarà quello di costituire un ufficio utile, operativo, propositivo, vigile e a disposizione della comunità regionale per concorrere tutti insieme non solo e soltanto a garantire il minore ma soprattutto ad affermare il diritto inviolabile ad essere minore. D.ssa Mery Mengarelli Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza