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17/04/2003

NON CI SONO ELEMENTI CONTRARI ALLA PROROGA DELLA CONCESSIONE ALL’API DI FALCONARA, MA SERVONO PRESCRIZIONI CONCRETE E ATTUABILI

“Oggi non emergono elementi contrari alla proroga della concessione all’Api di Falconara. Ciò non significa concederla senza prima aver messo in fila le prescrizioni necessarie.” Così il Presidente della Giunta regionale, Vito D’Ambrosio, ha sintetizzato i risultati dell’incontro del Comitato istituzionale istituito sui problemi di risanamento dell’area, al quale hanno partecipato la Provincia di Ancona, il Comune di Falconara e le organizzazioni sindacali. “Comincia ora il percorso per strutturare le prescrizioni sulla base degli studi già avviati – ha aggiunto – e tenendo conto di tutti gli elementi indicati dalle istituzioni. Percorso che va concluso prima del 15 giugno entro cui la Regione deve esprimersi.” Il 23 aprile la Regione riunirà la Conferenza dei servizi composta dalle istituzioni che hanno competenza in materia. Poi si terranno a tappe ravvicinate incontri aperti anche all’azienda. ”Nell’ambito del rinnovo – ha spiegato l’Assessore regionale all’Ambiente, Marco Amagliani – é necessario fissare verifiche sullo stato di avanzamento della messa in opera delle prescrizioni per il risanamento e la sicurezza dei cittadini. Stiamo parlando di una concessione che può durare fino a un massimo di venti anni e quindi le verifiche servono a garantire adeguati livelli di sicurezza e di tutela ambientale. Certo oggi la presenza dell’Api inserita nel tessuto urbano è un’anomalia. Dobbiamo verificare la possibilità di una riconversione ecocompatibile attraverso studi specifici che dimostrino la percorribilità socio-economica, tenendo conto dei 2000 lavoratori operanti attorno la raffineria, del fatto che il 55 per cento della produzione elettrica marchigiana parte proprio dalla centrale dell’Api, un’azienda peraltro che alimenta il 40 per cento dei traffici del porto di Ancona. Dobbiamo continuare ad agire sulla strada della dichiarazione di area ad alto rischio ambientale – ha detto infine Amagliani -, sostenere l’opera di risanamento e non rinunciare alle risorse nazionali previste. Per cui l’Azienda deve azzerare il suo ricorso contro la delibera regionale sulla dichiarazione di area ad alto rischio ambientale.” “Ci sono state sottolineature e toni diversi – ha detto in conclusione D’Ambrosio - perché abbiamo compiti diversi, ma non ci sono condizioni per dire no alla concessione. Non dobbiamo calpestare le posizioni di nessuno, ragionando su tutto, senza rinunciare ai capisaldi dell’azione che tutti vogliamo realizzare: risanamento e messa in sicurezza dell’area, sviluppo socio-economico ecocompatibile, ma effettivo.” D’Ambrosio ha annunciato che a metà maggio si svolgerà l’incontro aperto anche all’Api. Anche il Presidente della Provincia, Enzo Giancarli, concorda con l’orientamento della Regione: operare con linee che riscuotano fiducia e credibilità sul piano ambientale e su quello della sicurezza dei cittadini, ma anche su quello delle prospettive occupazionali. Alcuni distinguo sono venuti dagli amministratori del Comune di Falconara, Antonio Graziosi, Giancarlo Scortichini e Roberto Pesaresi. I problemi sono complessi e il piano regolatore comunale ne fa una sintesi. A monte c’è un modello ecosostenibile. L’Api è un vincolo da risolvere e l’azienda deve condividere e partecipare direttamente alle scelte del piano regolatore. Oscar Barchiesi della Cgil, Stefano Mastrovincenzo della Cisl e Graziano Fioretti della Uil hanno sostenuto che per la prima volta le posizioni coincidono: sicurezza, risanamento ambientale e problemi dei lavoratori devono marciare insieme. Attenzione, però, a non esigere prescrizioni che annullino la possibilità di procedere al rinnovo. Aver individuato un percorso è un passo in avanti. Ma si deve agire con chiarezza e senza falsi problemi verso il rinnovo della concessione. (fb)