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30/11/2002

GIORNATA MONDIALE CONTRO L'AIDS, NUOVE STRATEGIE PER SCONFIGGERE LA MALATTIA

Indifferenza, pregiudizio, disinformazione: sono questi i veri nemici dell’Aids. Per sconfiggere la malattia occorre “uno sforzo culturale nuovo. I tradizionali interventi non bastano più. La nuova strada da perseguire è indicata nel progetto di riordino della sanità marchigiana: l’integrazione forte delle politiche sociosanitarie con il territorio”. È quanto ha affermato l’assessore regionale ai Servizi Sociali, Marcello Secchiaroli, intervenuto alla celebrazione del 1° dicembre, Giornata mondiale contro l’Aids, proclamata dall’Organizzazione mondiale della sanità. Un’occasione per fare il punto sull’evoluzione della malattia, la sua diffusione nelle Marche, gli interventi necessari per sconfiggere la sindrome dell’immunodeficienza. All’incontro è intervenuto il prof. Giorgio Scalise, direttore Clinica malattie infettive di Ancona e componente della Commissione nazionale Aids. Le Marche non segnalano una situazione preoccupante, sul fronte della diffusione della malattia. “Ma il problema – ha affermato l’assessore Secchiaroli – ha una dimensione mondiale ed è giusto lanciare un segnale forte di attenzione anche dalle Marche”. Secchiaroli ha parlato dei grandi successi ottenuti sul fronte della cura, grazie ai nuovi farmaci. Accanto alle cure, però, è necessario potenziare le prevenzione, aggregare le esperienze, incrementare i finanziamenti. “Va cambiato l’approccio alla malattia, partendo proprio dalla prevenzione”. Secchiaroli, a questo proposito, ha censurato l’opuscolo sull’Aids diffuso nelle scuole dai ministri Sirchia e Moratti. “Vengono divulgate informazioni discutibili sulla malattia. Il miscuglio di messaggi non procede nella direzione di affrontare i problemi reali dei giovani. I ragazzi vanno informati, non considerati spettatori passivi”. Un apprezzamento all’impostazione del Piano sanitario - relativamente alle problematiche dell’Aids, che vanno affrontate con una integrazione delle politiche sanitarie con quelle sociali – è venuta dal prof Scalise, che ha anche criticato la scarsa attenzione di molte istituzioni locali alla questione. “L’Aids è un morbo subdolo, strisciante, presente: richiede un impegno economico notevole”, non sempre disponibile. È spesso un problema distorto. Per analizzarlo non bisogna basarsi solo sui numeri. La questione vera non è rappresentata dai casi conclamati, cioè la malattia, ma dalla siero positività. La patologia “Aids” va diminuendo in Italia, ma aumenta il numero delle persone infettate. Convivono con il virus per anni, grazie all’efficacia delle nuove terapie, “con gravi effetti collaterali e molto costose. Nelle Marche, fortunatamente, il sistema sanitario regionale garantisce la gratuità della cura”. Il prof. Scalise ha poi parlato della diffusione della malattia nella nostra regione. È più consistente lungo la fascia costiera; segnala un allungamento dell’età media dei pazienti; la percentuale dei siero positivi tossicodipendenti è oramai uguale a quella degli eterosessuali (la diffusione del virus avviene, sempre più, attraverso i rapporti sessuali: omo o etero, senza differenza); un terzo dei malati non è mai stato trattato con antivirali (molti sieropositivi non vogliono curarsi o preferiscono convivere con l’infezione, appena notano miglioramenti; ragione, per cui, occorre potenziare i servizio socio assistenziali). La dott.sa Sonia Sebastianelli (Ospedale pediatrico Salesi di Ancona) ha parlato del sostegno alle madri sieropositive. Luca Saracini, responsabile operativo della casa alloggio “Il Focolare” di Ancona , ha presentato la struttura che, insieme a un’altra nel pesarese, ospita i malati di Aids. Sono le uniche due aperte nelle Marche. Paolo Padovani, primario della Divisione malattie infettive di Fermo, ha analizzato la diffusione dell’Aids nel mondo (“Nel giro di pochi decenni, la popolazione africana potrebbe scomparire, anche perché il commercio occidentale fa pesare troppo il costo dei medicinali anti Hiv”). Stefano Berti (Ufficio promozione Ausl 7 Ancona) ha illustrato alcune strategie di prevenzione della malattia. L’Aids nelle Marche, i dati. Nelle Marche la curva epidemiologica della malattia ha segnalato, negli anni – fino al 31/12/2001 – 869 casi di Aids, tra residenti e non residenti. Nel 2001 sono stati conclamati 44 casi, 33 dei quali riferiti a residenti. La proiezione 2002 prevede altre 32 segnalazioni. Analizzando il dato strettamente locale (cioè riferito solo ai residenti), i marchigiani affetti da Aids, fin dai primi anni dell’infezione, sono stati 724, di cui 543 maschi (75%) e 181 femmine (25%). In vita restano 319 malati. La distribuzione anagrafica dei 724 casi marchigiani evidenzia la crescita dell’età media dei contagi: oltre i 35 anni si segnalano 48,6% di malati, quando - dalle statistiche del 2000 – l’analogo gruppo s’attestava sul 46,5%. Tra i contagiati del 2001, oltre il 50% ha un’età superiore ai 40 anni. In costante sviluppo risulta il numero dei contagi per rapporti sessuali a rischio, dove si passa dal 15% del 1996, all’attuale 21%. Nelle 33 segnalazioni di Aids del 2001, 14 persone - pari al 42% - risultano infettate con questa modalità. I tossicodipendenti sono invece 6 (19%). Se la tendenza dovesse essere confermata, la categoria degli eterosessuali, tra pochi anni, diverrebbe il gruppo più colpito dal virus. In definitiva, come affermano alcuni esperti, l’Aids dei prossimi anni non avrebbe categorie a rischio. (r.p.)