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15/10/2002

CHIUDE LA II CONFERENZA DELLE AREE NATURALI PROTETTE: SI ACCENTUA LO SCONTRO CON IL GOVERNO SULLA TUTELA DEL TERRITORIO. OTTAVIANI: DUE CONFERENZE, UNA DELLE STRATEGIE, L’ALTRA DAI CONTENUTI INACCETTABILI DEL MINISTERO DELL’AMBIENTE

Torino - La 2a conferenza nazionale delle aree protette ha segnato un momento più di scontro che di confronto fra Governo da una parte e Enti locali e Associazioni dall’altra, sul ruolo e il futuro dei parchi. Quasi ci fossero due Conferenze: una dei progetti, delle strategie e dei lavori, l’altra quella politica impostata in apertura dal Ministro, che non ha chiarito che tipo di sviluppo potranno avere le aree protette, e confermata in chiusura dal Sottosegretario Tortoli, con contenuti di fatto diversi da quelli che la Conferenza aspirava a discutere. Il mondo ambientalista, in conferenza stampa dopo le conclusioni, è insorto rimarcando l’inadeguatezza e la delusione delle posizioni del Governo, così lontane dalle strategie di cui si è discusso a Torino. C’è preoccupazione per la volontà del Governo di invertire il rapporto di concertazione con il territorio. L’Assessore all’Ambiente della Regione Marche, Roberto Ottaviani ha commentato:”Dal Ministero arrivano inaccettabili riflessioni sullo sviluppo dei parchi verso finalità economiche e non di tutela ambientale. Poco il dibattito, forse a causa dell’assenza di molte Regioni. Pur essendo condivisibile la necessità espressa da Matteoli di rendere sempre più i parchi uno strumento per lo sviluppo socio economico delle popolazioni locali, è assolutamente necessario che queste aree continuino a perseguire la loro “mission” di tutela della natura e non è condivisibile l’impostazione del Governo che farebbe tornare indietro tutto il settore. La trasversalità della tutela ambientale in tutti i settori, costituisce la base del benessere e dell’equilibrio sociale e la principale risorsa su cui basare lo sviluppo economico. Questa è la strategia, validata anche a livello internazionale. Per questo motivo l’ipotesi di Matteoli dell’autofinanziamento dei parchi sostenuta, non può essere perseguibile se non con il rischio di chiudere le aree protette e rinunciare a questi possibili motori della sperimentazione ambientale ampliabile a tutto il territorio. Aspetto su cui lo Stato deve garantire e, alla pari di altri servizi alla collettività, impegnarsi dal punto di vista finanziario, lasciando agli Enti locali le scelte da realizzare sul territorio e la gestione. Come ha sostenuto il sottosegretario nella sua deludente conclusione, ognuno faccia la sua parte, ma davvero, a cominciare dal Ministero. Rafforzare le politiche ambientali non significa rafforzare il Ministero dell’Ambiente, ma tutto il mondo che ruota sui Parchi.” Ottaviani, di fatto, ha ribadito l’importanza di coinvolgere le popolazioni locali, i loro Enti locali e le Associazioni ambientaliste nella vita del parco, senza calare dall’alto decisioni e interventi non condivisi. E’ fondamentale impostare qualunque politica e decisione che riguardi le aree protette in un’ottica di sistema, a sua volta basata su criteri scientifici e su una reale conoscenza delle dinamiche dei territori. (fb)