Text/HTML

Call us now
+123 456 7890
25/09/2002

FONDO UNICO PER LE IMPRESE. RIPARTITI 51MILIARDI DI LIRE. ALLE REGIONI SOLO IL 10%. SPACCA: TROPPO POCO PER PARLARE DI FEDERALISMO, CONCORDO CON CASINI.

La giunta ha esaminato e approvato il riparto del Fondo Unico alle imprese per l’anno 2002. Si tratta di contributi che ammontano a oltre 26 milioni di euro (circa 51 miliardi di vecchie lire) e che riguardano in gran parte il settore artigianato-industria, ma anche il commercio. Il vice-presidente Gian Mario Spacca ha accompagnato l’illustrazione del provvedimento con alcuni dati che confermano una attuazione del federalismo “assolutamente insoddisfacente”: “dall’indagine che abbiamo fatto risulta che il Governo ha ripartito alle Regioni solo il 10% delle risorse che riguardano gli incentivi alle imprese” (dei 15 mila miliardi di lire complessivi sono state assegnati alle Regioni solo 1,4 mila miliardi). Anche volendo scorporare quelle competenze, che fanno parte della cosiddetta “legislazione concorrente”, dove le Regioni devono legiferare tenendo conto delle indicazioni nazionali, la cifra che avrebbe dovuto essere ripartita supera i 6 mila miliardi di lire: “il fatto è – ha detto – che sono state trasferite tante leggi, ma quelle più consistenti in termini di risorse (vedi legge 488, n.d.r.) sono ancora appannaggio dello Stato.” Cifre alla mano c’è solo un commento da fare: “il federalismo non si fa senza risorse”, ha detto Spacca, sottolineando che si tratta di un’affermazione dello stesso presidente della Camera Pierferdinando Casini, nella sua recente visita nelle Marche. Il programma di utilizzo dei 26 milioni di euro del Fondo unico concentra l’attenzione su alcune misure, in particolare quelle che consentono all’impresa di crescere e innovarsi: infatti, si è tenuto conto dell’andamento degli anni precedenti, privilegiando le misure che “hanno tirato di più”, criterio che è stato scelto nelle riunioni del Tavolo di concertazione. In particolare vengono privilegiati gli interventi che sostengono il credito (oltre 6 milioni di euro all’Artigiancassa), la ricerca e sviluppo (oltre 5 milioni e mezzo di euro), l’innovazione tecnologica e l’impatto ambientale (4 milioni e 700 mila euro), l’acquisto di macchinari e impianti ( 4 milioni e 600 mila euro) e internazionalizzazione. Analogo criterio è stato adottato anche nel riparto degli anni 2000 e 2001 e l’esperienza ha dimostrato che, su quegli stessi interventi, sarebbero state necessarie almeno il doppio delle risorse. (e.r.)