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24/09/2002

TERREMOTO DEL '97, CINQUE ANNI DI RICOSTRUZIONE

Ventiduemila immobili privati, 2.385 edifici monumentali, 1.336 palazzi pubblici, 341 infrastrutture, 213 dissesti idrogeologici. Sono i numeri che quantificano i danni provocati, nelle Marche, dalla crisi sismica iniziata il 26 settembre 1997. Il terremoto ha colpito 246 comuni della regione, imposto l’evacuazione di 3.687 abitazioni (1.015 nuclei familiari sono stati alloggiati nei moduli abitativi, 2.111 famiglie hanno trovato una sistemazione autonoma). Complessivamente, le Marche hanno subito distruzioni per 4 miliardi e 374 milioni di euro. Una cifra enorme, che ha messo a dura prova la macchina organizzativa, subito avviata per soccorrere le popolazioni e procedere alla ricostruzione. Una ricostruzione giunta alla sua fase finale, che necessita ora di ulteriore 1 miliardo e 830 milioni di euro per chiudere tutti i cantieri. Le Marche hanno potuto usufruire sinora (dati aggiornati al 16 settembre 2002) di uno stanziamento pari a 2 miliardi e 579 milioni di euro. Il 94% (2 miliardi e 412 milioni di euro) è già stato “assegnato”, cioè destinato a finanziare gli interventi di ricostruzione. La somma effettivamente transitata nelle casse regionali, in questi cinque anni, è stata pari a 1 miliardo e 505 milioni di euro, tutta contabilmente impegnata, e già erogata ai beneficiari per l’84% (1 miliardo e 269 milioni di euro). Un’analisi dettagliata della ripartizione delle risorse destinate alla ricostruzione evidenzia che tutto quanto è stato stanziato per i programmi di recupero (430 milioni e 189 mila euro) è stato assegnato, così come le quote riservate al Piano per i beni culturali (275 milioni e 988 mila euro), agli edifici pubblici (252 milioni e 820 mila euro), alle infrastrutture (102 milioni e 147 mila euro), ai dissesti idrogeologici (118 milioni e 322 mila euro), all’edilizia residenziale pubblica (73 milioni di euro). Il recupero degli immobili privati, che conta su uno stanziamento di 1 miliardo di euro, ha visto ammessi al finanziamento (assegnato) lavori per 914 milioni di euro. Sono stati presentati ai Comuni 10.866 progetti: 8.965 sono stati approvati (83%), 4.152 cantieri sono già stati chiusi (46%). La Regione assiste oggi 1.645 persone (710 famiglie) che hanno abbandonato la propria abitazione per effettuare i lavori di ripristino. Attualmente restano nei container 29 nuclei familiari (sui 1.015 iniziali): 13 lasceranno il modulo a giorni, per fine lavori; 6 a breve, per un alloggio pubblico (Erp); 2 avranno un’abitazione entro dicembre 2002 e 3 entro il primo semestre 2003. Considerando che 2 nuclei familiari sono nella situazione di poter lasciare il container per fine lavori, ma non intendono rientrare nelle proprie abitazioni, restano nei mam 3 famiglie, divenute oramai “casi sociali”. “Il quadro dei risultati dell’attività di ricostruzione è positivo: la leggera è stata completata - sottolinea il presidente Vito D’Ambrosio - mentre il 50% dei progetti riguardanti la pesante, rispetto agli approvati, è in fase di attuazione. Anche i programmi di recupero, un intervento complesso, mostra un andamento molto soddisfacente. Gli investimenti in opere pubbliche e il recupero dei beni culturali registrano un trend sostenuto. Il modello innovativo, previsto dalla legge 61 del 1998, votata all’unanimità, ha funzionato: la Regione coordina e indirizza l’intera attività e i comuni sovrintendono alla gestione. Gli investimenti, messi in movimento nel quinquennio, hanno contribuito a sostenere reddito e occupazione. La vigilanza sulla sicurezza dei cantieri ha operato con efficacia e la Regione ha collaborato sia con gli Ordini professionali, che con tutti gli altri organismi dello Stato, per garantire una corretta attività. Attraverso il progetto informatico Tellus è stata, inoltre, assicurata la trasparenza di tutte le fasi del processo. Vogliamo accelerare l’opera di ricostruzione; e la collocazione di Tellus Bond, per 800 milioni di euro, sui mercati europei e asiatici, ha questo obiettivo. L’emissione, infatti, intende anticipare i flussi previsti dagli stanziamenti delle leggi finanziarie, massimizzando i benefici. Se Governo e Parlamento metteranno a disposizione di Marche e Umbria le risorse necessarie nei tempi programmati, potremo guardare al completamento della ricostruzione con ottimismo e serenità”. A cinque anni dalla crisi sismica, in vista dell’esame – da parte del Parlamento – della legge finanziaria 2003, l’Anci Marche e la Regione fanno il punto sul complesso processo di ricostruzione delle aree colpite dal terremoto. L’occasione è l’incontro di lunedì 30 settembre, promosso a Fabriano, presso l’Oratorio della Carità (adiacente la sede municipale, nel centro storico) alle ore 10.00, al quale sono stati invitati gli amministratori locali, le associazioni imprenditoriali, gli ordini professionali, le autorità ecclesiastiche e i parlamentari marchigiani. “Risorse finanziarie da reperire e tempi”, gli argomenti in discussione.