Text/HTML

Call us now
+123 456 7890
08/08/2002

STUDIO DEL MINISTRO MORATTI E RISCHIO DI CHIUSURA DELLE SCUOLE, INTERVENTO DELL'ASSESSORE SECCHIAROLI

“Nell’anno della Montagna, il ministro Moratti dà prova di vera sensibilità. I tagli delle scuole che sarebbero previsti nel suo studio-indagine, non più segreto, configurano un paradosso culturale: penalizzano proprio le fasce montane delle diverse regioni, dove è fisiologico che il rapporto studenti/ insegnanti sia sbilanciato, ma non è altrettanto giusto che, perché si chiama scuola dell’obbligo, questo significhi che i bambini siano ‘obbligati’ a fare 30 chilometri al giorno per andare a scuola, quella Scuola che è il servizio pubblico cardinale di ogni società che voglia chiamarsi civile”. Interviene così, con amarezza e sdegno, l’assessore regionale all’Istruzione, Marcello Secchiaroli, sul paventato pericolo di 51 scuole marchigiane a rischio di chiusura perché il coefficiente medio studenti/insegnanti sarebbe inferiore al 9.5%. Ma nelle Marche, se si dovesse tenere conto di questo indice, sarebbero invece 8 le scuole da “tagliare” e sono tutte quelle o di grande tradizione, o uniche a servire comprensori montani: l’Istituto d’Arte di Ancona “E. Mannucci” (unico in provincia); l’istituto comprensivo di Acquasanta Terme (AP); l’Istituto d’Arte e l’Istituto tecnico industriale di Ascoli Piceno, l’Istituto superiore di Matelica (MC), l’istituto comprensivo di Pieve Torina (MC); l’Istituto superiore di Recanati (MC), l’Istituto superiore di Fano (PU) , l’Istituto d’Arte di Urbino, l’Isituto comprensivo di Apecchio (PU). Prosegue ancora Secchiaroli: “Lo studio del ministro Moratti poi non si ferma in montagna, No. Si spinge anche agli istituti ad indirizzo ‘raro’, vale a dire quelli tecnico-professionali e soprattutto, mi preme sottolineare a quelli specialistici, dove sono inseriti giovani disabili e dove è perfettamente normale, anzi necessario per la qualità del servizio e il buon funzionamento, che gli insegnanti siano in proporzione più elevata, in virtù della tipologia di percorso scolastico. E allora non si possono usare parametri numerici per giudicare l’efficienza di una scuola, soprattutto non indici generici buoni per tutto. Ma se fosse solo uno studio… Il fatto grave è che si parla di chiusura! Il Governo sa bene che eventuali dimensionamenti scolastici, in virtù di leggi costituzionali, spettano alle Regioni, uniche competenti in materia. E poi non si può partire ad agosto, ad un mese e mezzo dall’inizio dell’anno scolastico, con tagli ‘mascherati’ da sperimentazioni, senza alcuna base progettuale concreta, né tantomeno concertata. Mai il Ministro si è degnato di concertare con le Regioni alcune scelte fondamentali per quello che è il futuro della società: la Scuola. Occorre ribadire allora, che se il Ministro non intende armonizzare le politiche centralistiche con quelle autonomiste, lasci come è legittimo alle Regioni il compito di decidere, sulla base di interventi partecipati, con il territorio (Province e Comuni ) e con gli organi scolastici, le politiche della scuola ed eventuali dimensionamenti. Ma mi chiedo ancora , come sarà fattibile conciliare e amalgamare, come è giusto che faccia un ente di programmazione come la Regione, le politiche del welfare, piuttosto che quelle a favore dell’integrazione scolastica, dell’inserimento lavorativo dei giovani, della formazione, se poi si penalizzano radicalmente gli istituti scolastici che sono il supporto fondamentale per la realizzazione di tali politiche? Ce lo spieghi, per favore, il Ministro e magari studi un po’ meno…” (ad’e)