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08/08/2002

SISTEMA REGIONALE PER L'INFORMAZIONE E L'EDUCAZIONE AMBIENTALE

Cresce la voglia di ambiente, mutano gli strumenti di partecipazione. Da un sistema parcellizzato, nelle Marche si passa a una organizzazione snella e dinamica, che integra il pubblico con il privato, coinvolge la scuola, ricerca la collaborazione del mondo delle produzione, esalta il ruolo delle professioni. Queste le direttrici lungo le quali si sviluppa il riordino del “Sistema regionale per l’informazione, formazione, educazione ambientale” (Infea), che la Giunta ha trasmesso al Consiglio per l’approvazione, in sintonia con quanto indicato dalla Conferenza “Stato – Regioni”. “Il modello proposto - spiega l’assessore all’Ambiente, Roberto Ottaviani – mira a superare le criticità evidenziate negli anni, come la mancanza di specializzazioni e di strutture nei centri urbani, esaltando però i fattori di successo conseguiti, come l’aumento di domanda e l’elevata sensibilità dei marchigiani verso le tematiche ambientali”. Quello dell’educazione ambientale è un settore nel quale la Regione ha investito molto. Non solo in termini economici. Oltre ai 2 milioni e 700 mila euro, spesi dal ’96 ad oggi, ha contribuito alla nascita di 72 Cea (Centri di educazione ambientale), che attualmente occupano 400 addetti, fatturano un milione e mezzo di euro, ne investono la metà in iniziative di accoglienza e didattiche, destinate a un’utenza che supera le 150 mila unità. Senza ignorare le sinergie attivate con la scuola, per un utilizzo corretto dell’acqua, dell’aria, del verde, della stessa terra. O l’informazione istituzionale, attraverso pubblicazioni cartacee e multimediali. “Sono stati conseguiti risultati ottimi, ma il modello è superato – continua Ottaviani - Occorre cambiarlo, per puntare su una politica regionale di educazione ambientale più incisiva e solidale, attenta alle nuove sensibilità ecologiche che stanno emergendo, con maggiore forza, dalla società civile e dallo stesso sistema produttivo marchigiano. Dopo la Conferenza nazionale di Genova del 2000, è scaturita la necessità di dare vita a un sistema nazionale di educazione ambientale che integri le attività dello Stato con quelle delle Regioni. Le Marche intendono adeguarsi prontamente, attraverso una organizzazione condivisa e la partecipazione del territorio”. Il modello proposto al Consiglio regionale prevede una struttura articolata attorno a un coordinamento istituzionale regionale, a una unità tecnica e organizzativa, sempre di livello regionale, a Laboratori di animazione (per coinvolgere l’esperienze locali), a Centri di esperienza (strutture didattiche, in pratica gli attuali Cea), a Centri risorse (strutture pubbliche o private, di supporto al sistema). La nuova organizzazione ha anticipato le indicazioni della Conferenza “Stato – Regioni” (sede permanente di concertazione per la costituzione di un sistema nazionale Infea), grazie a un percorso “di avvicinamento” intrapreso a partire dal novembre 2001 Ha già portato – nei giorni scorsi, a Roma – alla sottoscrizione di un Accordo di programma con il ministero dell’Ambiente, valido per il biennio 2002/03. La Regione Marche e il ministero collaboreranno nella realizzazione di iniziative di educazione ambientale, con una spesa complessiva di 2 milioni e 237 mila euro: la metà a carico del bilancio regionale, 609 mila dello Stato e altrettanti dei privati che parteciperanno all’attuazione dell’accordo.