Text/HTML

Call us now
+123 456 7890
29/07/2002

Forte sostegno finanziario, anche nel 2002, al sistema produttivo -D’AMBROSIO:"LA REGIONE FA CRESCERE L’ECONOMIA MARCHIGIANA"

Vito D’Ambrosio, presidente della Giunta regionale, respinge le critiche degli industriali che accusano la Regione di frenare le sviluppo economico e ribadisce il ruolo decisivo del governo nella crescita del sistema produttivo e sociale marchigiano. "L’affermazione della Confindustria - scrive nell’editoriale pubblicato sul nuovo numero di Marche Regione, periodico della Giunta - è una forzatura che non trova alcun riscontro e serio fondamento". L’economia marchigiana, sottolinea il presidente, continua a crescere a tassi nettamente superiori a quelli della media nazionale, le esportazioni fanno registrare aumenti molto più elevati di quelli dell’intero paese ( nel 2001 le Marche sono risultate la regione leader), mentre il tasso di disoccupazione è sceso, lo scorso anno, al 4,6 %, la metà di quello nazionale. Risultati estremamente positivi ottenuti grazie al concorso del governo regionale che ha sempre "continuato a sostenere il sistema produttivo marchigiano con misure e politiche efficaci e un notevole impegno di bilancio". Ulteriori conferme vengono, aggiunge, dalla ricerca dell’Università di Castellanza pubblicata di recente sul "Sole 24 Ore" secondo la quale le Marche, sono la Regione che maggiormente sostiene lo sviluppo del sistema produttivo (9,7 per cento delle risorse del bilancio, rispetto alla media nazionale del 7,5 per cento) e dall’immissione nel ciclo economico, durante il periodo 1995-2001, di un finanziamento del governo regionale di 36 mila miliardi di lire. Scrive D’Ambrosio: "I primi dati del 2002 sull’andamento dell’economia confortano le nostre scelte, fondate su una manovra equa e ben distribuita tra famiglie da un lato e imprese dall’altro e la salvaguardia delle fasce più deboli: solo il 29 % dei contribuenti Irpef viene toccato dalla maggiore imposizione. I sacrifici chiesti alle imprese sono sopportabili e limitati nel tempo e non ci sono gli effetti drammatici paventati". Il ricorso alla nuova imposizione, precisa, è dovuto a politiche del Governo centrale che nulla hanno a che fare con le Regioni: "la sottostima del Fondo nazionale sanitario, i tagli del Governo Berlusconi ai trasferimenti di Regioni e Enti locali e a un modello di federalismo fiscale troppo centralistico e da riformare". L”unica scelta possibile”, senza comprimere servizi e diminuire l’impegno a favore dei settori produttivi, era – spiega - quella del risanamento finanziario e del mantenimento dei servizi sociali. A questa scelta - alla base del successo del modello marchigiano di sviluppo che ha prodotto un’elevata qualità della vita - si è ispirata la manovra fiscale di fine 2001. "Con il bilancio 2002 - rileva ancora il presidente- abbiamo restituito a tutti i settori del mondo produttivo risorse identiche, o addirittura maggiori in alcuni casi, rispetto a quelle assegnate nel 2001. Al sistema delle imprese viene garantito un flusso di risorse di 84 miliardi di lire. E al forte sostegno si aggiunge un’attiva politica di internazionalizzazione guidata dalla Regione per aprire alle imprese marchigiane nuovi spazi nei mercati internazionali". Infine, per quanto riguarda le infrastrutture, è importante sostenere la realizzazione delle opere prioritarie già indicate nell’intesa istituzionale di programma dopo il terremoto del ’97 e le opere strategiche da finanziare con la "Legge Obiettivo" e con le altre leggi dello Stato, come il Piano Anas. "Occorrono – conclude il presidente - impegni finanziari concreti e fattibili nel medio periodo, a partire dalla SS 77 Val di Chienti che riveste un ruolo primario nel collegare le aree montane colpite dal terremoto all’Umbria e al versante tirrenico". (s.p.)