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18/07/2002

PIANO FAUNISTICO 2002-2007. LA GIUNTA APPROVA IL PIANO, CHE E’ DI RIFERIMENTO PER UNA PROGRAMMAZIONE DELL’ATTIVITA’ VENATORIA E LA TUTELA DEL NOSTRO PATRIMONIO.

La Regione avrà un nuovo Piano Faunistico-Venatorio. La proposta è stata licenziata dalla giunta nell’ultima seduta. Si tratta di uno strumento particolarmente atteso, visto che quello del ’95 è scaduto nel 2000, essendo di cinque anni la sua durata, come previsto dalla l.r. 7/95 che regolamenta l’attività venatoria. “E’ un Piano assolutamente innovativo rispetto al primo – ha detto l’assessore Luciano Agostini – e frutto di approfondimenti scientifici e di un monitoraggio del nostro patrimonio faunistico. Due elementi che consentono una reale programmazione degli interventi e che costituiscono il punto di riferimento per la definizione dei Piani provinciali.” L’assessore ricorda che lo strumento precedente ha risentito della “fretta con cui è stato costruito”: infatti è stato approvato dopo due mesi dalla legge sulla caccia per consentirne l’applicazione. La proposta della giunta è già stata discussa dalle Province e categorie interessate (cacciatori, agricoltori e ambientalisti). La proposta individua come prima cosa la superficie(838.083 ettari) oggetto della pianificazione (SPFV), che si ricava da quella regionale a cui vanno sottratti i centri abitati, sia residenziali che produttivi. Solo il 60%, cioè 502.850 ettari, possono essere destinati alla gestione programmata della caccia, così come previsto dalla legislazione vigente. Dal rimanente 40% (335.233 ettari) occorre detrarre le aree protette: parchi, riserve naturali e altre zone dove non è possibile l’attività venatoria. Il restante territorio è oggetto della programmazione delle Province, che devono prevedere, nel rispetto della normativa regionale, una percentuale del 20-25% da destinare all’azione di ripopolamento funzionale alla stessa attività venatoria. Sono quindi le Province che scelgono la percentuale da adottare sulla base su di un minimo e massimo in ettari. ANCONA (min.10.948 -max 16.912); ASCOLI PICENO (min.9.340-max 18.710); MACERATA (min.24.408- max 38.182); PESARO-URBINO (min.42.171 -max 54.979). Da ulteriori conteggi, che tengono conto della normativa statale, si ottiene la superficie a disposizione di ogni cacciatore marchigiano, che è di 11,41 ettari. Quanto agli Ambiti Territoriali di Caccia (ATC), questi sono otto, due per provincia, con la stessa suddivisione del precedente Piano. Il Piano è corredato da importanti strumenti conoscitivi. In particolare il check-list degli uccelli (314 specie) e dei mammiferi (65 specie) presenti nella regione e per i quali vengono segnalate, in apposite schede, le caratteristiche insieme ad una ricca bibliografia di riferimento. (e.r.) ALCUNI DATI Il numero complessivo dei cacciatori iscritti agli ATC è di quasi 35 mila, un dato che si sta stabilizzando, ma che è comunque in diminuzione dal 1995 (oltre 42 mila). Da tener presente che, nell’ATC di Pesaro-Urbino 1 sono iscritti anche 1.178 cacciatori della Repubblica di San Marino. I danni arrecati dalle diverse specie (ungulati, volpe, lepre...) sono rilevanti e hanno comportato contributi pubblici per oltre 700 milioni di vecchie lire. Aree protette per singola provincia. Ancona: 15.143 ettari (Parco del Conero, Parco della Gola della Rossa-Frasassi); Ascoli Piceno: 30.067 ettari (Parco dei Sibillini e Parco del Gran Sasso e Monti della Laga); Macerata: 34.622 ettari (Parco dei Sibillini e Riserve della Montagnola e dell’Abbadia di Fiastra); Pesaro-Urbino: 10.054 ettari (Parco del San Bartolo, Parco del Sasso Simone-Simoncello e Riserva della Gola del Furlo).