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05/07/2002

POLITICHE PER L'INFANZIA E L'ADOLESCENZA

Pesaro - La sessione pomeridiana del seminario interregionale, promosso dalla Regione Marche, in collaborazione con il Comune di Pesaro e la Lega delle Autonomie, dal titolo “Quale futuro nelle politiche per l’infanzia e l’adolescenza”, si è aperta con l’intervento del dirigente del ministero del Welfare, Adriana Campa, giunta nel capoluogo in rappresentanza del ministro Roberto Maroni. La dirigente ha fornito una serie di dati a livello nazionale ed avanzato una riflessione sul primo triennio di applicazione della legge 285, mettendo in evidenza luci ed ombre di uno strumento legislativo che ha “sicuramente sviluppato la circolarità di informazioni ed ha impostato nuovi orizzonti nella promozione dei diritti per l’infanzia”. “La legge 285, fondandosi sul principio di sussidiarietà ha privilegiato la dimensione dell’accoglienza e della solidarietà per dare riposte integrate e attente alle esigenze, soprattutto vi è stata una nuova accezione di “pubblico”, cioè il territorio destinatario degli interventi. Ma esistono perplessità soprattutto in ordine alla quantità (il 25% della progettazione presentata) di interventi orientati in massima parte alla realizzazione di centri di aggregazione, a laboratori, a iniziative ricreative, e ci si chiede quanti di questi progetti siano sostenuti da effettive analisi di bisogno e non siano dettati invece dalla semplicità di progettazione. Positivo invece il dato che si riferisce al raddoppio delle iniziative di monitoraggio e di valutazione, uno degli obiettivi che il ministero si pone per valutare organicamente l’attuazione di questa legge. Sul fronte del positivo certamente sta la grande domanda di intervento che è confermata ogni anno, l’elemento più negativo invece la difficoltà di gestione dei fondi pubblici con una capacità di spesa del solo 25% del fondo totale, risorse impegnate da circa il 40% degli ambiti.” I dati: (aggiornati solo al 30 giugno 2001 “per il ritardo da parte delle Regioni delle relazioni sullo stato di attuazione”). Su 260 ambiti i dati si riferiscono a 226 (l’85%) che hanno prodotto 3100 progetti esecutivi, mentre il numero degli interventi in corso di realizzazione si aggira tra gli 8200 e gli 8900. Complessivamente gli interventi hanno raggiunto 1 milione e 350 mila persone. La fascia di età privilegiata è stata quella fra i 6 e i 14 anni e 50 mila, circa, sono gli operatori coinvolti complessivamente. La “cenerentola” nelle tipologie di intervento della 285 è stato l’articolo 5 che prevede i servizi innovativi all’infanzia (solo il 4%). Il 12 % degli interventi ha invece riguardato i servizi a sostegno delle relazioni genitori-figli, il sostegno alla famiglia d’origine, e le misure di ricovero alternative (art.4). Un altro dato rilevane e positivo è che la legge 285 ha innescato una serie di progettazioni “trasversali” che riguardano la formazione degli oepratori (7%) e la documentazione (4%) sul mondo dell’infanzia e adolescenza.”