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15/07/2002

DEPUATORE DI SALVANO. TUTTI I PASSAGGI DELL’INTERA VICENDA.

“Stupisce la polemica sollevata a proposito del depuratore di Salvano. – Così l’assessore all’ambiente Roberto Ottaviani - Con gli interessati ci sono state più riunioni e una Conferenza di Servizi in cui si era raggiunto l’accordo per rendere immediatamente attivo l’impianto, considerato anche il periodo estivo alle porte che rende indispensabile l’opera. Presenti anche i rappresentanti dell’Arpam e della Provincia, con il sindaco di Fermo e l’assessore ai lavori pubblici Porto San Giorgio abbiamo concordato, nell’ultimo incontro del 23 maggio, tempi e modalità di attivazione attraverso un accordo di programma da tutti condiviso. Questi i contenuti sui quali, evidentemente, i comuni hanno poi cambiato idea. La Regione è disponibile a farsi carico di un anno di gestione dell’impianto fino al collaudo, a fronte di un impegno da parte dei comuni a garantire l’apporto minimo necessario per farlo funzionare (n.d.r. l’impianto ha una determinata potenzialità e non si attiva con quantitativi inferiori.) La Regione avrebbe ceduto la proprietà dell’opera ai Comuni, che entro un ulteriore anno l’avrebbero adeguata alle recenti normative. Voglio precisare – aggiunge l’assessore - che il passaggio di proprietà sarebbe avvenuto in deroga alle disposizioni vigenti (è l’ATO- Ambito Territoriale Ottimale, l’autorità competente alla gestione del ciclo idrico n.d.r.) e che la depurazione delle acque rientra tra le competenze istituzionali dei comuni, che debbono investire anche nella costruzione di sistemi di depurazione con risorse proprie. ” L’intera vicenda è stata ricostruita con la collaborazione del Servizio Opere Pubbliche della Regione. · Il progetto dell’opera è stato approvato nel 1988 per un importo di 4.010.000.000 di vecchie lire. · I lavori, “consegnati” subito all’impresa, in realtà iniziano alla fine del 1997, a causa della variazione dell’ubicazione dell’area da parte di Fermo. Verranno ultimati nel 2000. · La Regione, alla fine del 96, invia una denuncia alla Corte dei Conti, in seguito agli oneri aggiuntivi richiesti dalla ditta per proseguire l’appalto. Tale procedimento è “nella fase dell’invito a dedurre” da parte della magistratura contabile, agli allora amministratori del comune di Fermo, per “valutare l’esistenza dei presupposti di legge per promuovere l’azione di responsabilità amministrativa.” · Conclusa l’opera è stato redatto il verbale di collaudo provvisorio, senza modificare il possesso dell’opera che è restato all’Impresa esecutrice, la quale deve per 12 mesi gestire, a proprie cure e spese, l’impianto fino a raggiungere uno stato di regolare funzionamento. · L’impianto era dimensionato per 40.000 abitanti (non può funzionare per reflui inferiori) e rispondeva alla Legge Merli, successivamente modificata con l’innalzamento di alcuni parametri. · I reflui che devono affluire all’impianto provengono, per la quasi totalità, dal vecchio depuratore di Porto San Giorgio, mediante una condotta fognaria: questa è stata realizzata da un’altra impresa (poi risultata fallita) e ultimata nell’agosto del 1999. · Le operazioni di collaudo, iniziate nel luglio 2000, sono in fase di conclusione. La lunghezza dei tempi dipende da alcuni difetti di esecuzione riscontrati dalla commissione di collaudo, che ha proceduto direttamente alle riparazioni, detraendo i relativi costi dai compensi all’impresa esecutrice. · Lo scorso anno la Regione ha richiesto ai comuni di Fermo e di Porto San Giorgio di indicare le loro attuali potenzialità di reflui all’impianto. Ha risposto solo il Comune di Porto San Giorgio, fornendo dati ampiamente inferiori alla potenzialità del depuratore. · Nella sostanza, nonostante l’ultimazione dei lavori sia avvenuta da tempo, il periodo di gestione a carico della ditta costruttrice non è potuto iniziare: per il mancato collaudo delle condotte adduttrici (causa il fallimento della ditta) e perchè l’apporto di reflui è inferiore alla potenzialità dell’impianto. · Nel corso di diversi incontri tecnici con la Regione, le due amministrazioni comunali hanno verificato la possibilità di garantire, con propri oneri, il conferimento dei reflui necessari, per tutta la durata dell’avviamento e della successiva gestione propedeutica al collaudo dell’impianto. · Successivamente, a maggio, si è tenuta una Conferenza di Servizi, propedeutica alla stipula di un Accordo di Programma per la gestione, il collaudo ed il successivo trasferimento dell’impianto ai Comuni. Alla riunione, convocata dall’assessore Ottaviani, hanno partecipato i Comuni di Fermo e Porto San Giorgio, la Provincia di Ascoli Piceno e l’ARPAM. La Conferenza dei Servizi si è chiusa, stabilendo alcuni punti: 1. fase di avviamento e gestione finalizzata al collaudo dell’impianto per la durata di un anno a carico della Regione Marche; 2. consegna dell’impianto ai comuni di Fermo e Porto San Giorgio all’atto del rilascio con esito positivo del certificato di collaudo; 3. adeguamento dell’impianto alle norme di cui al D.lvo 152/99 entro un anno dalla consegna, a carico dei comuni. La bozza di accordo di programma concordata in quella sede è stata trasmessa ai comuni interessati, i quali hanno poi inviato una lettera alla Regione e comunicati alla stampa, sconfessando gli accordi. (e.r.)