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05/07/2002

PER COSTRUIRE UN MONDO ADATTO AI BAMBINI

Pesaro - Un mondo adatto ai bambini, non da cambiare ma dove sviluppare la promozione del benessere in una modalità di ascolto e attenzione verso i diritti dei più giovani. Un’impronta culturale questa, ben disegnata dalla legge 285 del 97, il cui bilancio, nel primo triennio di attuazione, è stato tracciato, oggi a Pesaro - Hotel Flaminio, nel corso del seminario interregionale “Quale futuro nelle politiche per l’infanzia e adolescenza”, dall’onorevole Livia Turco, madre della legge che ha anticipato nei principi e nella metodologia attuativa la riforma del welfare approvata con la legge 328/2000. Il seminario è stato introdotto dall’assessore alle politiche educative del Comune di Pesaro, Maria Pia Gennari che ha evidenziato l’importanza degli ambiti territoriali sociali per l’integrazione degli interventi e per omogeneizzare, quindi, i servizi sul territorio. “I punti di forza della legge 285 – ha sottolineato l’ex ministro alla Solidarietà sociale - sono stati il confronto con tutti gli attori sociali, l’aver promosso la concertazione e gli accordi, una cultura della progettazione integrata, il superamento del concetto di disagio dell’adolescente per privilegiare la promozione del benessere. Una legge semplice ma concreta soprattutto, che ha incontrato la forte domanda del territorio anche dei più piccoli Comuni e che ha funzionato perché ha offerto la progettualità a sostegno di una cultura dell’infanzia e dell’unitarietà di indirizzi in tutto il Paese. In una regione come le Marche, con una forte rete di servizi, forse non c’era bisogno di una legge come questa, ma certamente è servita ad incrementare questa rete, a sollecitare una metodologia di lavoro ce non c’era prima, a favorire gli accordi e il coinvolgimento di tutte le risorse locali. I principi della 285 sono stati ispiratori della legge 328 laddove si parla di progettazione d’insieme, di rete integrata di servizi, di una cultura non assistenziale ma a sostegno del processo di crescita del bambino, dove al centro c’è la persona e dove si assume la partecipazione come strumento di valorizzazione delle risorse nascoste, dei saperi delle famiglie, professionali, del volontariato. Una legislazione che è mirata al concetto di cittadinanza attiva dove il soggetto è protagonista nella costruzione dei servizi. Il passaggio alla legge 328 è stata la naturale evoluzione, mirando gli obiettivi al problema dell’esigibilità dei diritti e dei servizi per i bambini e quindi al dovere di garantirli. L’apparente contraddizione dell’articolo 22, dove si richiamano universalmente le leggi di settore ma si prevedono anche standard specifici ed essenziali in materia di sostegno alle famiglie, alle donne in difficoltà, all’aiuto all’assunzione delle responsabilità dei genitori, è invece un punto di forza per individuare quella che è la priorità assoluta, appunto: assicurare il rafforzamento dei diritti, e il potenziamento dei servizi perché siano giustamente esigibili da parte dei bambini e degli adolescenti. “ Una legge emblematica , ha definito la 285, l’assessore regionale ai Servizi sociali Marcello Secchiaroli che ha inoltre posto l’accento sul fatto che la riforma del welfare è una scommessa importante per una Regione che intende recuperare appieno il proprio ruolo di governo del territorio attraverso il coinvolgimento di tutti gli attori sociali, una regione che si appresta a varare una riforma del sistema sanitario dove finalmente si potrà realizzare l’integrazione socio-sanitaria che costituirà la base per ribadire la centralità dell’ente locale in un’ottica più di coordinamento e meno di gestione. L’ambito territoriale sociale , quindi, costituisce il livello ottimale di questa programmazione dal basso, dove costruire un rapporto integrato tra servizi sanitari e servizi sociali. Quando si parla di infanzia e adolescenza, in ogni caso, occorre rimuovere l’idea che l’infanzia sia solo un problema da affrontare con apprensione, ma invece porsi in atteggiamento di prospettiva e di progettualità partecipata. Le Marche, in questo senso, hanno avviato tale processo di partecipazione per attuare la legge 285, dimostrando attraverso il ruolo dell’ambito territoriale, la vicinanza ai bisogni e alle esigenze dei bambini e dei ragazzi. Il primo dato da sottolineare è che sono state circa 600 le azioni destinate all’infanzia e all’adolescenza che vanno a costituire un notevole patrimonio su quale investire nel tempo. Tra gli interventi più diffusi l’animazione, i centri ricreativi, i centri educativi diurni. Da potenziare gli interventi di sostegno alla genitorialità, all’ascolto e sostegno agli adolescenti, di assistenza domiciliare e affidamento familiare, le sperimentazioni. Ma le politiche regionali per l’infanzia non si fermano alla 285, la Regione ha predisposto una proposta di legge regionale “Sistema integrato di servizi per l’infanzia e adolescenza” che si propone di promuovere una rete dedicata di servizi per favorire i diritti dei minori e vi è la volontà di sistematizzare con un provvedimento regionale la rete dei servizi soprattutto rivolti alla prima infanzia - per svilupparla poi verso altre fasce d’età- che possa offrire una pluralità di opportunità alle famiglie e attività di aggregazione e di promozione del tempo libero per l’adolescenza.” Infine Secchiaroli ha ricordato la recente proposta di legge regionale sul “Garante per l’infanzia e l’adolescenza” e che le Marche sono tra le poche regioni che si apprestano a costituire questa figura di interlocutore con i minori e strumento di promozione dei diritti. “L’obiettivo – ha concluso Secchiaroli- è quello di realizzare politiche organiche per l’infanzia e l’adolescenza promuovendo progettualità coerenti con i bisogni del territorio per favorire la crescita di luoghi di confronto dove i cittadini giovani possano partecipare attivamente .” “Verso la 285 ed oltre” era l’originale sottotitolo della relazione del consulente del Centro regionale documentazione Infanzia e Adolescenza,Stefano Ricci , mutuando la frase certamente famosa nel mondo dei bambini dello Space ranger di Toy Story : “Verso l’infinito e oltre.” Ricci ha svolto un excursus storico delle legislazioni sull’infanzia , dalla Convenzione Onu del 1989 al Piano nazionale d’azione. “Non perché la 285 sia l’infinito- ha detto- ma sicuramente ha aperto l’orizzonte, lo ha spostato verso logiche di piano, è stato uno strumento innovativo fondamentale per il rilancio e la trasformazione delle politiche sociali. I punti qualificanti: il piano territoriale, la strategia delle connessioni ( accordi di programma obbligatori, rapporto pubblico-privato ecc.) e la promozione della normalità, aldilà dei disagi e dell’emergenza . Una legge , ha sostenuto Ricci- che promuove e sostiene l’avventura del diventare grandi, che accompagna il processo di crescita, innescando il circolo virtuoso degli effetti moltiplicatori dei progetti. Qualche idea per uno sviluppo della 285? Confermare la valenza strategica della promozione del benessere, rifiutare la logica involutiva di considerare l’infanzia solo come sfruttata e maltrattata, atteggiamento di ascolto rispettoso, garantire unitarietà nel coordinamento delle competenze, promuovere le risorse umane e investire nel sociale gli spazi di imprenditorialità sia del pubblico che del privato sociale, per un’efficace e reale sistema integrato .” Il sindaco di Pesaro e presidente della Lega delle Autonomie, Oriano Giovannelli, ha sostenuto come non sia casuale la contemporaneità delle riforme sul sociale e di quelle istituzionali e anzi che interventi legislativi come la 285 hanno fondato la riforma del Titolo V della Costituzione e il concetto di risorsa locale. “Una forte connessione che ha permesso di elaborare risposte sul territorio, di sollecitare il senso di responsabilità delle autonomie locali, di pensare in una logica di pianificazione, di prendere consapevolezza della dimensione locale. Le politiche sociali quindi, anche a livello europeo, sono lo strumento di coesione del sistema che più è coeso, più funziona e più è competitivo.” I lavori sono proseguiti nella sessione pomeridiana con gli interventi del dirigente del ministero del Welfare, Adriana Ciampa , delle regioni Umbria, Toscana, Molise e dei Comuni di Piacenza, di San Salvo di Chieti e di Recanati.