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29/06/2002

CONVEGNO DI MONTECAROTTO. SI VA VERSO IL DISTRETTO RURALE. PROTAGONISTA IL TERRITORIO CON TUTTE LE SUE PECULIARITA’

Il distretto rurale per lo sviluppo del territorio. Se ne è parlato a Montecarotto in un Convegno, tenutosi nel suggestivo teatro comunale del 1877, restaurato e restituito alla cittadinanza un anno fa. A sottolineare il coinvolgimento di un’area vasta, c’erano tutti i sindaci della zona, con i relativi gonfaloni. La ruralità è al centro dell’intervento comunitario, con l’agricoltura nel ruolo di protagonista, per la produzione di beni ma, soprattutto, di servizi, presidio del territorio-ambiente e per le sue possibilità di interagire con altri settori. In questo quadro, si affaccia il distretto, dove poter organizzare una programmazione concertata e condivisa insieme anche ai privati. Ci sono esperienze di questo tipo, in Toscana (Grosseto e Siena) e in Emilia-Romagna (Forli-Cesena), che dimostrano che è, non solo una strada percorribile, ma indispensabile per aumentare la “competitività del territorio”. La presenza di interlocutori di diversi Servizi della Regione – Fabrizio Costa (capo dipartimento Sviluppo economico), del dipartimento ”Servizi alla persona e comunità” e i dirigenti dell’Agricoltura (Sergio Bozzi), Urbanistica (Rodolfo Novelli), Ambiente (Antonio Minetti), Programmazione e Bilancio (Rolando Burattini) e Andrea Arzeni, direttore dell’Osservatorio Agroalimentare – testimoniano la volontà di andare in questa direzione. Nel suo intervento l’assessore all’agricoltura Luciano Agostini ha detto che non bisogna dare niente è scontato, visto che, a livello di Ministero, nel documento per la riforma della politica agricola comunitaria, non si è assunta una “scelta determinata” a favore del territorio, che invece deve “costituire la nuova frontiera” dell’intervento pubblico, per affermare una “identità”, in grado di far fronte alla globalizzazione dell’economia. In questo senso dobbiamo procedere, adeguando gli strumenti di programmazione della Regione. Il presidente dell’ENEA Francesco Adornato ha ripreso questa impostazione, sostenendo che occorre un modello di “sviluppo integrato”, perchè l’omologazione, che necessariamente si porta dietro un’economia mondiale, fa crescere una domanda diversa del consumatore e il territorio rappresenta “il valore aggiunto della competitività”: quindi la monocultura è in difficoltà e bisogna rafforzare un modello integrato. Nelle conclusioni Ferdinando Avenali, presidente della terza Commissione consiliare, ha detto che “ a livello sperimentale, si potrebbe individuare un distretto rurale per provincia e, nel giro di 12/18 mesi, fare analisi, approfondimenti e progetti. Per Ancona, il territorio che comprende la media-alta Vallesina e la parte alta della valle del Misa, per le sue specificità, può rappresentare la dimensione ottimale per il distretto rurale.” Proprio in quest’area si è realizzato un progetto per l’applicazione del regolamento CE 2078 per il basso impatto ambientale, con ricadute positive su tutto il territorio. (e.r.)