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26/06/2002

AGRICOLTURA. I DATI DEFINITIVI DEL V CENSIMENTO. MENO AZIENDE, MA CRESCE LA LORO DIMENSIONE. I SEMINATIVI CARATTERIZZANO LE MARCHE. DIMINUISCONO GLI ALLEVAMENTI, ANCHE SE IN MISURA MINORE DEL DATO NAZIONALE.

Presentati, nel corso di un incontro con le rappresentanze del mondo agricolo, i dati definitivi del V Censimento dell’agricoltura. Una serie di informazioni che saranno utili per orientare la politica regionale e, in particolare il Piano Agricolo, che verrà presentato nell’autunno. Vi hanno partecipato il responsabile del Censimento a livello nazionale, Bruno Massoli, Andrea Arzeni, direttore dell’Osservatorio Agroalimentare delle Marche e il Dirigente del Servizio Sergio Bozzi. Ci sono evoluzioni verso un sistema conforme ai nuovi orientamenti comunitari e la presenza dell’agricoltura nelle aree interne assume un ruolo che va al di là del valore economico-occupazionale, in quanto rappresenta un presidio del territorio, una difesa dell’ambiente e un raccordo con gli altri settori: infatti l’azienda agricola marchigiana si regge su una conduzione familiare, dove tutti i membri partecipano al lavoro agricolo, anche se svolgono altre occupazioni. AZIENDE E SUPERFICIE Rispetto al 1990 (IV Censimento) si registra un forte calo del numero di aziende, passando da oltre 80.000 a circa 66.000, con una diminuzione del 18% (media nazionale 13,6%). Una diminuzione che non marcia di pari passo con quella della SAU (superficie agricola utilizzata), che è dell’8,2%, segno che comunque aumenta la superficie media aziendale. Infatti le aziende sopra i 50 ettari crescono del 10%. Si sta quindi assistendo ad una ricomposizione fondiaria, che, lungi dall’essere quella ottimale, è comunque un elemento di tendenza positiva, anche se le micro aziende continuano a prevalere: infatti quelle fino a 3 ettari pesano ancora per oltre il 54%. REDDITIVITA’ Gli elementi detti sopra, aggiunti al fatto che le aziende sono pressoché a conduzione diretta del coltivatore e con solo manodopera familiare (oltre l''89% del totale) conferma l''immagine di microaziende poco competitive. Ancora una quota significativa di aziende sono destinate all’autoconsumo: quasi 7 mila non hanno venduto prodotti nell’annata agraria 1999-2000. Delle restanti, oltre alla metà ha avuto ricavi di vendita inferiori ai 10 milioni di vecchie lire, sicuramente insufficienti a remunerare una persona a tempo pieno. Esistono comunque imprese professionali agricole capaci di competere sui mercati, in particolare nel settore vitivinicolo, un po’ in tutta la regione (in particolare quella dell’anconetano-colli esini e dell’ascolano-bassa valle del Tronto) e della ortofrutticoltura, collegata strettamente alle aziende di trasformazione, nel sud della regione. Oltre il 40% dei titolari di azienda ha un’età che supera i 65 anni: un dato che ha toccato il suo culmine nel decennio 1990-2000 e che ora si sta lentamente invertendo (si desume da indagini campionarie condotte dall’ISTAT) anche se non si è in grado di fornire elementi precisi, non essendoci il confronto con il 1990. MULTIFUNZIONALITA’ Si riscontra una scarsa integrazione con le attività extra-agricole, anche se ci sono “isole aziendali”, che si stanno evolvendo in questa direzione. Le stesse aziende agrituristiche, ad esempio, sono ancora molto poche rispetto al complesso (solo l’1%). PRODUZIONI Andando a vedere la specializzazione produttiva, è più che preponderante il peso dei seminativi: oltre il 79% della SAU regionale (con più di 400.000 ettari) rispetto ad una media nazionale del 49%. Quindi, si può dire, che l’economia agricola regionale è fortemente dipendente da poche colture. Le aziende con allevamenti diminuiscono in maniera consistente (-28%), anche se in maniera minore della media nazionale (-38%). Questo il dato disaggregato: i suini -49,1%, bovini -41,7%, -54,4% per gli ovini. Altri elementi che emergono dall’indagine: - Le aree più interessate ai seminativi sono quelle a cavallo tra le valli del Metauro e del Cesano e lungo l’asse Ancona-Macerata. - La Valle del Tronto, in particolare la fascia litoranea che comprende la Val d’Aso, è particolarmente vocata alla viticoltura e frutticoltura. - I prati-pascolo sono concentrati nelle fasce interne dell’Appennino. (e.r.)