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11/06/2002

In visita da D’Ambrosio il leader sindacale e dissidente birmano Maung Maung. "Dobbiamo far conoscere al mondo ciò che accade nel nostro Paese."

“Abbiamo bisogno che l’Italia, l’Europa e il resto del mondo conoscano cosa realmente accade in Birmania, dove una giunta militare, a capo anche di una holding economica che convoglia tutte le relazioni economico-internazionali, sta accaparrandosi i profitti delle operazioni commerciali ed economiche con l’estero.” E’ l’appello accorato di Maung Maung, segretario generale della FTUB ( Federazione dei sindacati della Birmania ) ricevuto oggi dal presidente della giunta regionale, Vito D’Ambrosio. Da 14 anni esule dalla sua patria, Maung Maung fa parte di un gruppo dissidente, dopo che le organizzazioni sindacali nel suo Paese sono state messe al bando. Vive tra la Thailandia dove ha rifondato il sindacato e l’India e non vede la sua famiglia da 14 anni per evitare ritorsioni. Insieme ad altre organizzazioni sindacali tra cui la CISL internazionale, il dissidente birmano è riuscito a far condannare dall’OIL (Organizzazione Internazionale del Lavoro) il lavoro forzato in Birmania. Il presidente D’Ambrosio dopo essersi interessato della situazione politica della Birmania e aver chiesto quali speranze Maung Maung riponga dalla sua visita in Italia, ha detto che si adopererà per sensibilizzare l’opinione pubblica e soprattutto per fare pressione sul Ministero degli Esteri italiano e sul nostro Governo, perché prenda una posizione forte nei confronti del governo birmano. Nell’augurare che la Birmania ritorni presto ad una situazione di normalità D’Ambrosio ha anche assicurato la disponibilità della Regione Marche a progetti di cooperazione allo sviluppo.” Accompagnato dal Consigliere regionale Marco Lucchetti, dal segretario regionale della CISL, Marcello Croci, da Stefania Sinigaglia e Fausto Mazzieri dell’ISCOS - Marche ( Istituto sindacale di cooperazione allo sviluppo), il sindacalista birmano ha affermato che dall’Italia si aspetta che faccia pressione sull’Unione Europea perché vengano interrotti i rapporti commerciali con la Birmania e venga disincentivato il turismo. “Attualmente ha detto Maung Maung- assistiamo ad una graduale apertura da parte della giunta militare, ma si tratta solo di un’operazione di marketing e di pubbliche relazioni a scopi propagandistici per poter accreditare la sua posizione nei mercati europei e mondiali e soprattutto nei mercati turistici. Per rifondare una politica democratica nel nostro Paese chiediamo anche la cooperazione dei paesi europei per poter formare una nuova classe dirigente.” Maung Maung si trova nelle Marche ospite dell’ISCOS perché segue personalmente un programma, a favore dei profughi che vivono al confine tra Birmania, Thailandia ed India, di educazione e assistenza sanitaria per combattere la grande diffusione dell’AIDS, della tubercolosi e della malaria. Un progetto sanitario triennale promosso anche dall‘ISCOS che ha chiesto di inserirlo nei finanziamenti del “Global Fund “ recentemente istituito al G8 di Genova. (ad’e)