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03/06/2002

MELAPPIONI INCONTRA I COMUNI DELL'ASL 4. CONFERMATO IL RUOLO DELL'OSPEDALE DI SENIGALLIA.

La sanità marchigiana ha estremo e urgente bisogno di cambiamento - ha ribadito anche oggi, ai rappresentanti dei comuni dell’ASL n. 4, l’assessore Augusto Melappioni. Per evitare che il debito aumenti, andando ad intaccare la possibilità di spesa negli altri settori, ma anche perchè le esigenze della popolazione sono cambiate. Servono più eccellenze, prevenzione e servizi sul territorio. La tela, che la Regione sta costruendo, punta proprio a questo: il percorso istituzionale è all’inizio e, nei passaggi successivi, verranno messe a punto proposte concrete. Le conferenze dei sindaci rappresentano il momento portante e di programmazione del territorio. Equità, qualità, appropriatezza e collocamento delle risorse sono i punti cardine della proposta. Non si vogliono ridurre i servizi, ma migliorarli, ottimizzando la rete ospedaliera, il 118 e investendo di più sulla prevenzione, perchè si vuole spostare il centro dell’attenzione “dalla sanità alla salute del cittadino”. Come si perseguono questi obiettivi? Si delinea sempre più un modello che vede una struttura a livello regionale assumersi l’onere di tutte le funzioni di supporto (contabilità, assicurazioni, acquisti, funzioni amministrative). Sul territorio, 13 direttori sanitari, che diventano gli interlocutori principali delle conferenze dei sindaci, “elemento di cerniera”, che potranno svolgere proprio perchè “alleggeriti” dalle funzioni di supporto. Poi i distretti, 24, che coincidono con gli ambiti dei servizi sanitari. Un modello di questo genere - insieme alla razionalizzazione dei laboratori di analisi (anche se rimangono le postazioni dove si fanno i prelievi e dove si consegnano le risposte) e a un più razionale utilizzo degli ospedali di “polo” – è in grado di contenere la spesa, offrendo un servizio migliore. Il sindaco di Senigallia Luana Angeloni ha svolto un intervento articolato, riassumendo un po’ la posizione e le preoccupazioni degli altri Comuni. Ha detto di condividere il metodo del coinvolgimento dei sindaci, che dovrà seguire necessariamente “tutte le fasi della proposta”, ma ha parlato di clima di incertezza che si sta vivendo sul territorio, che si ripercuote sugli operatori, “portando anche ad un decadimento dei servizi”. Ha sottolineato soprattutto l’esigenza di applicare il modello in maniera “equa” in tutta la regione, tenendo conto della “storia”: l’ASL 4 ha già avuto un drastico ridimensionamento, passando da cinque ospedali a uno di rete. Ha elencato problemi specifici: gli ecografi, solo tre, “conquistati” solo nelle ultime ore, la risonanza magnetica che ancora non c’è (“siamo l’unico ospedale di rete a non averla”), la carenza di infermieri, il rischio di diminuire di 26 posti letto proprio quando, in estate, la popolazione a Senigallia si triplica, l’organizzazione del 118, che ancora non dispone di personale sufficiente. Dagli altri interventi – hanno parlato i rappresentanti di Ostra Vetere, Ostra, Serra dei Conti, Arcevia, Corinaldo – sono venute altre sottolineature: il 118 deve tener conto del fatto che i comuni compresi tra Arcevia e Senigallia non riescono sempre ad avere il servizio di ambulanza “entro i 20 minuti”, l’entroterra deve avere una attenzione particolare per evitare lo spopolamento, il pronto soccorso ha attese che raggiungono le 8 ore. E poi il destino dell’ospedale di Senigallia. Non è invece un problema il numero di ASL, se il modello complessivo funziona. Alcune risposte sono venute dal capo dipartimento Giuseppe Zuccatelli e dall’assessore Melappioni nell’intervento conclusivo. Non ci sono elementi nemmeno per pensare alla chiusura dell’ospedale di Senigallia, che essendo un ospedale di rete, fa parte della struttura portante dell’assistenza sanitaria. Inoltre il percorso di formazione degli operatori del 118 si sta concludendo in questi giorni e, una volta regime, sarà la rete più diffusa del territorio nazionale. (e.r.)