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31/05/2002

La proposta delle Marche sul fermo biologico discussa a Roma al Parlamentino della Pesca. AGOSTINI: “ FINALMENTE SI CAMBIA, ACCOLTE LE NOSTRE INDICAZIONI”

“Avevo detto, in occasione del Tavolo azzurro regionale, che era tempo di cambiare, perché così com’è strutturato, il fermo pesca non è efficace né utile a nessuno. Per fortuna il Ministero ha compreso la necessità della riorganizzazione e così gli elementi principali su cui si basa la proposta delle Marche, sono stati ripresi. Mi riferisco ai tre punti fondamentali: i periodi frazionati, la pesca diversificata per aree, per sistemi e per specie ittiche”. A parlare è l’assessore alla Pesca, Luciano Agostini, visibilmente soddisfatto di aver portato a casa un buon risultato, dopo l’incontro di mercoledì a Roma, al cosiddetto Parlamentino della Pesca dove, tra l’altro, si è discussa anche la proposta marchigiana, unica Regione a presentare un piano programmatico. “E’ anche la dimostrazione – ha aggiunto Agostini – che avevamo visto giusto già dallo scorso anno, dal momento che la proposta, anche se aggiornata, ricalca sostanzialmente quella presentata invano nel 2001 e che rappresenta la sintesi concertata di più volontà, esperienze ed interessi: dal mondo peschereccio al commercio, alla ricerca scientifica. “ Nel corso della riunione presso il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, presente il sottosegretario Bonazza Scarpa, si è parlato di un fermo pesca continuativo di minimo 30 giorni, in un arco di tempo che va dal 1° maggio al 31 ottobre, di zone di pesca “a scacchiera”, diversificate quindi a seconda della specie e del sistema di pesca, se a strascico o volante. Tutto ciò per evitare diversi rischi : che si vanifichi l’effetto del ripopolamento immediatamente dopo il riposo biologico, i prezzi collassati, la carenza totale di pesce sui mercati in periodi cruciali e il conseguente problema della importazione forzata. In sostanza le stesse finalità sui cui è centrata la proposta delle Marche , apprezzata dai circa 40 esperti presenti alla riunione. Per definire il fermo biologico del 2002, si dovrà attendere l’elaborazione da parte di un gruppo di lavoro tecnico, di cui faranno parte anche le Marche. Questo comitato ristretto dovrà valutare anche i migliori strumenti per la sorveglianza e il controllo, ovviando all’impossibilità di prescrivere un’installazione obbligatoria dei sistemi elettronici ( blu box) sulle imbarcazioni, già da quest’anno. “Un ulteriore aspetto su cui ci confronteremo – ha concluso Agostini- sarà quello dell’applicazione dei principi del federalismo anche nella Pesca, cioè un livello decisionale decentrato e non affidato solo agli organi periferici dello Stato, nel quale le Regioni garantiscano omogeneità di scelte e di azioni nei diversi porti regionali, perché non accada come è attualmente, che vi siano regolamenti, autorizzazioni o divieti validi solo localmente. “ (ad’e)