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30/05/2002

RIFORMA DELLA SANITA'.L’INCONTRO CON LE ASSOCIAZIONI DEI MEDICI E DELLE CASE DI CURA PRIVATE

La riorganizzazione sanitaria delle Marche è stata discussa in Regione con le associazioni sindacali dei medici e quelle degli Istituti di cura privati. E’ stato un confronto aperto sul documento preparato dagli Assessorati alla Sanità e ai Servizi sociali inerente le linee guida della riforma il cui processo inizierà con una legge di principi e indirizzi che la Regione vuole varare entro l’estate. Il confronto continuerà, crescerà il rapporto con il personale sanitario: i ‘sensori’ – come li ha definiti Giuseppe Zuccatelli, Capo Dipartimento regionale dei servizi alla persona e alla comunità. A legge approvata seguiranno, con il concorso di chi ‘opera sul campo’, gli approfondimenti sulle normative necessarie a rendere concreti tutti gli aspetti e i passaggi della riorganizzazione. “La struttura politica – ha detto Zuccatelli – deve decidere le linee conoscendo il livello di consenso. La comunità civile e sanitaria deve rendersi conto del percorso che la Giunta sta affrontando per ridurre un deficit che grava sui cittadini. Gli ospedali di polo costano nella nostra regione 270 miliardi di lire l’uno e non esiste in nessun’altra parte del mondo una rete delle emergenze come quella marchigiana che copra 24 ore su 24 tutto il territorio e tutta la popolazione.” Ci sono servizi al contrario che vanno erogati o potenziati tendendo all’eccellenza. La moltiplicazione delle aziende ospedaliere incrementa qualsiasi spesa di qualsiasi natura. L’eccessiva frammentazione di uffici o delle gare per le coperture assicurative (unificarle ridurrebbe di 6 miliardi la spesa), delle costose strutture dirigenziali, delle reti informatiche, una per azienda, e di tanti altri nodi va risolta. Il risparmio possibile pari a centinaia di miliardi di lire sanerebbe il settore, come in Toscana, e ricostruirebbe risorse utili. Tutto ciò senza toccare l’occupazione, parte della quale tornerà indispensabile alla riconversione d’alcune funzioni. La spesa sanitaria va e può essere ridotta. Le ipotesi percorribili sono la riduzione delle aziende ospedaliere, che non significa diminuire i punti di erogazione dei servizi, l’individuazione chiara dei referenti in ogni punto del nuovo sistema, delle loro competenze e poteri per migliorare l’efficacia anche della spesa, la restituzione ai medici degli strumenti per governare la sanità. La discussione La necessità di razionalizzare il sistema e di ridurre le aziende ha trovato conferma in più interventi. Altri non ne hanno negato l’importanza sottolineando nel contempo l’importanza di altre priorità. L’Aris, che riunisce gli Istituti sanitari religiosi ed era rappresentata Ferraresi e Morciani, è stata esplicita: “Quattro Asl sono la soluzione ottimale, solo la concentrazione dà l’eccellenza, le piccole strutture non danno risposte di salute. La difesa dei localismi non risponde alle esigenze reali.” Alcuni intervenuti non si pongono il problema: “A ognuno il proprio mestiere, la riduzione delle aziende è una scelta politica e va fatta dai politici. Noi medici accettiamo la sfida, ma ridateci il potere nelle aziende.” Amici della Cgil FP Medici ritiene che il problema del futuro sia individuare con chiarezza i referenti lungo tutta la filiera, stabilendo i loro poteri e competenze. E’ un nodo che oggi rende impossibile il lavoro quotidiano e mette a rischio la qualità e tempestività delle risposte. La Civemp – erano presenti Massimo Costantini e Giordano Giostra - chiede sia di non sotto-valutare le metodologie per affrontare l’iter della riforma sia un maggior ascolto delle cate-gorie mediche. Dello stesso tono l’intervento dell’Associazione sindacale AAROI – Marco Chiarello e Maurizio Gentili -: “Diamo ai medici strumenti per governare, dedichiamo atten-zione particolare ai provvedimenti legislativi specifici sulla riorganizzazione – i cosiddetti allegati –, perché senza metodologie certe di avvicinamento, la legge, com’è successo in Lombardia, rischia di essere vista e rivista più volte. Importanti sono anche tappe operative comprensive della definizione delle risorse.” Gianluca Valentini dell’Aiop vuole sapere cosa debbono fare e come debbono agire le strutture private che forniscono il 10% dei ricoveri e ricevono il 4,5% delle risorse pubbliche. Zuccatelli ha chiarito che le case di cura e i po-liambulatori sono casi pubblici che erogano servizi privati. Le conclusioni dell’incontro hanno riproposto l’urgenza e opportunità che i ‘sensori’, i medici, diano risposte concrete per consentire alla Giunta di marciare verso una legge che apra le porte a una articolata e concreta riorganizzazione. (fb)