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30/05/2002

IL PIANO PER L’EOLICO ALL’ESAME DEL GOVERNO E DELLA MAGGIORANZA REGIONALE. L’intervento dell’Assessore all’Ambiente Roberto Ottaviani in merito

“Sorprende l’accusa d’ostruzionismo irresponsabile rivolta alla Regione sulla questione eolico e tanto più quella d’immobilismo. Governo e maggioranza regionale hanno all’esame un piano specifico in materia per un’operazione sperimentale i cui risultati anticipino quanto lo sfruttamento del vento possa incidere sul piano energetico-ambientale in via di preparazione. Si tratta di una scelta che, pur in assenza degli indirizzi nazionali in ritardo di anni, faccia partire l’eolico e riunisca le istituzioni su una strategia basata su esperienze concrete e constatabili. Verificare i risultati produttivi, ma anche il livello d’impatto ambientale è propedeutico a confermare le potenzialità delle fonti rinnovabili. Poiché le Marche hanno una produzione energetica insufficiente a sorreggere il proprio sviluppo, l’imminente liberalizzazione del mercato energetico potrebbe far pesare sulla collettività una lievitazione dei costi legata alla dipendenza dall’esterno. Il problema va risolto anche con lo sfruttamento di fonti pulite. Ma l’impatto zero non è pensabile. La Regione ha un comportamento responsabile e attivo che si basa su approfondimenti tecnici e scientifici. A febbraio scorso è iniziato il confronto con le istituzioni, le loro Associazioni e quelle ambientaliste e imprenditoriali, a cui sono stati chiesti pareri sullo studio redatto da docenti universitari, tecnici, giuristi e esperti energetici e ambientali. Uno studio che ha ispirato i criteri nazionali finalmente in via di completamento. Le istituzioni locali maceratesi conoscono i possibili impatti ambientali e le opportunità che l’eolico può dare. Devono partecipare alle scelte, quindi, con un apporto equilibrato fra questi due aspetti, poiché le fonti pulite e rinnovabili sono non solo utili, ma necessarie: sfruttano le vocazioni del territorio montano, di cui il vento fa sicuramente parte, sono un’opportunità per certe zone e aiutano quell’equilibrio ecologico al quale tutti debbono partecipare. Dobbiamo evitare danni irreversibili al patrimonio delle aree a maggior valore ambientale maturando un atteggiamento positivo: né imporre un impossibile impatto zero in taluni territori quando altri potrebbero dover subire insediamenti produttivi inquinanti, nè sostenere approcci troppo economicisti. Le forzature che superano questi canoni, lasciano spazio a quelli del presumere senza approfondire e favoriscono chi non ha nulla da perdere.”